Così, se le famiglie sono costrette a fare bene i conti prima di acquistare un taglio pregiato di carne o pesce, anche mettere nel carrello della spesa prodotti di base per fare piatti semplici ha costi molto più alti rispetto a un solo anno fa. I rincari maggiori, a due cifre, sono infatti per farina, pasta, pane, uova e latte fresco. Un dramma per tutti e ancor di più per quanti sono costretti a tagliare su carne e pesce ma si ritrovano comunque una lista della spesa sempre più cara.
Corrono i prezzi dei prodotti alimentari, specialmente quelli più “poveri” utilizzati per rimpiazzare i più cari carne e pesce», denuncia Federconsumatori, che ha messo a confronto i prezzi dei prodotti alimentari quest’anno rispetto al 2021 e anche rispetto al 2001 – e in questo caso i rincari sono a tripla cifra.
Il caro spesa, denuncia l’associazione, pesa sempre di più sulle famiglie e le costringe a rinunce sempre più numerose.
Diminuisce del 16% il consumo di carne e pesce
Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, dice l’associazione, «diminuisce di oltre il 16% il consumo di carne e pesce (visti i forti rincari in entrambi i settori, dovuti da un lato ai maggiori costi sostenuti per l’allevamento, dall’altro al caro gasolio per i pescherecci). Si scelgono, inoltre, verdure e ortaggi più convenienti: bando alle primizie e ai frutti esotici. Nei banchi dei supermercati la merce vicina alla scadenza, posta in offerta, finisce sempre prima. Anche le spese per la cura della persona e la salute sono fortemente intaccate dalla crisi».
Le famiglie alle prese col caro spesa fanno rinunce, attuano strategie di risparmio, cambiano punto vendita, acquistano prodotti più a basso prezzo e rinunciano non solo agli alimenti non essenziali. Cominciano a tagliare anche su carne e pesce – il 21% ne compra di meno, ha evidenziato un’indagine qualche giorno fa.
Federconsumatori mette in evidenza che sono aumentati i prezzi, e di molto, anche dei prodotti meno costosi, quelli che potrebbero rappresentare fonti di pasti di “emergenza” davanti a budget che si restringono.
1 kg di farina costa in media quest’anno 1,29 euro contro i 79 centesimi del 2021 e un aumento del 63% in un solo anno. Il pane è rincarato del 25% passando da 3,36 euro al kg del 2021 ai 4,20 euro/kg di quest’anno.
Costa di più prepararsi un piatto di pasta. 1 kg di spaghetti è aumentato del 77% passando da 1,64 euro del 2021 ai 2,90 euro di quest’anno. 1 kg di pasta integrale è passato da 2,18 a 3,38 euro con un aumento del 55% in un solo anno.
Vanno su i prezzi delle uova. La confezione da 6 uova è rincarata del 21% passando da 2,05 euro del 2021 ai 2,49 euro di quest’anno. Per 1 litro di latte fresco servono in media 1,89 euro (più 12% rispetto a 1,69 dello scorso anno).
L’olio extravergine di oliva è rincarato del 28% (da 6,15 a 7,90 euro/litro). Rincara la passata di pomodoro in bottiglia (più 6%) e si alzano i prezzi dei pomodori pachino (più 20%). E non è ancora finita. Per 1 kg di patate servono 1,68 euro, più 6% sullo scorso anno; costa di più la frutta (dal 5% delle banane al 16% in più delle mele); più 16% per il tonno in scatola.
Carne e pesce rincarano, si diceva. Più 9% per le fettine di vitello e più 14% per il nasello – i prezzi variano da 19,50 ai 21,60 euro al chilo. E se ci si vuol preparare un minestrone? Il prezzo in media è di 3,89 euro ed è rincarato anche questo, del 6%.
Rincarano i prodotti meno onerosi
«Quello che preoccupa maggiormente – Federconsumatori – è che a subire forti rincari non sono solo i prodotti più cari, quelli su cui i cittadini tagliano per primi (carne e pesce freschi), ma anche quelli meno onerosi, che spesso costituiscono opzioni di emergenza per far fronte a budget sempre più ristretti. Rientrano in tale categoria pasta, pane, patate, uova, verdura e formaggi. Sono proprio questi i prodotti che troviamo in testa alla classifica dei prodotti che registrano maggiori aumenti: la pasta (+77%), seguita dalla farina (+63%). Segue la pasta integrale, l’olio extravergine, il pane, i prodotti sottolio e i gelati».
Risulta poi “improponibile” il confronto col 2021 con rincari anche a tripla cifra. Tutto questo, prosegue Federconsumatori, «illustra bene quanto sia stato progressivo e inesorabile l’impoverimento delle famiglie, che oggi si trovano ad affrontare una crisi inedita».
La richiesta si rinnova: il Governo deve intervenire per sostenere il potere di acquisto e i redditi, specialmente delle famiglie meno abbienti, e per contrastare le speculazioni che i Consumatori stanno denunciando presente in tutti i settori.
TABELLA FEDERCONSUMATORI