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ATTUALITÀ | 09 febbraio 2022, 14:00

L’aiuto alla Val d’Aosta offerto dal Piemonte per i posti letto non è necessario

Il presidente Lavevaz: "I valdostani non sono numeri, con 24 letti liberi i trasferimenti sarebbero assurdi"

Ospedale Parini

Ospedale Parini

All'ospedale Parini di Aosta ci sono 34 posti di terapia intensiva e se ne vengono occupati 11 la Val d'Aosta diventa una regione rossa per covid: "Immaginate se con dieci ricoveri in terapia intensiva ne dobbiamo ricoverare un undicesimo, ci dobbiamo calare nei panni della persona che si trova in quella situazione, può essere un nostro caro. Con 24 posti liberi in terapia intensiva ricoveriamo il suo caro, lo intubiamo, non sappiamo quale sarà il decorso, possono esserci conseguenze anche fatali. Lo spostiamo ad Ivrea in ambulanza anche se lì le terapie intensive sono messe peggio della nostra, ma almeno non diventiamo rossi": ha provato a riassumere così il presidente regionale Erik Lavevaz la situazione dei limiti numerici delle zone a colori.

Il presidente del Piemonte Alberto Cirio aveva offerto l'utilizzo di posti letto in terapia intensiva in Piemonte per evitare il passaggio della Val d'Aosta in zona rossa: "Sono sorpreso - ha aggiunto Lavevaz - dalle prese di posizione, non tanto dei leoni da tastiera, ma anche di alcuni amministratori seduti qui. Ho ringraziato Cirio e gli ho semplicemente detto che la sua proposta non era praticabile, le motivazioni sono abbastanza semplici: i valdostani non sono numeri, spostati da qui a là".

Il consigliere della Lega Luca Distort che ha sollecitato Lavevaz in un question time nel Consiglio regionale di oggi s'è detto insoddisfatto della risposta: "C'è qualcosa che sfugge, al cittadino di Pont-Saint-Martin non interessa se viene spostato ad Aosta o Ivrea; a me interessa la buona amministrazione: ci sono tutti gli uffici regionali, quelli della sanità in particolare, che stanno lavorando alla costruzione di accordi con le regioni vicine. Questo 'no grazie' avrà conseguenze gravi".

Redazione cronaca

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