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CULTURA | 27 novembre 2021, 11:50

La montagna torna ai suoi spazi e ai suoi segreti nelle opere di Massimo Sacchetti

La montagna torna ai suoi spazi e ai suoi segreti nelle opere di Massimo Sacchetti   La pandemia ma soprattutto i rapidi quanto inquietanti segnali del cambiamento climatico sembrano aver inciso anche nelle emozioni dell'artista aostano, che ci rende una Valle d'Aosta d'alta quota poco disponibile all'accoglienza indiscriminata

La montagna torna ai suoi spazi e ai suoi segreti nelle opere di Massimo Sacchetti

La montagna torna ai suoi spazi e ai suoi segreti nelle opere di Massimo Sacchetti

La pandemia ma soprattutto i rapidi quanto inquietanti segnali del cambiamento climatico sembrano aver inciso anche nelle emozioni dell'artista aostano, che ci rende una Valle d'Aosta d'alta quota poco disponibile all'accoglienza indiscriminata

 

Tracciata in un solco primordiale, talvolta quasi respingente e oscura, Madre ma spesso severa e punitrice, sempre più è la Natura alpina con i suoi abitanti la protagonista delle opere dell'artista valdostano Massimo Sacchetti.

Paesaggi che, colti nel mutare delle stagioni, si offrono all'osservatore in una prospettiva dentro la quale egli stesso non può non sentirsi nel contempo anche 'preda' di un mondo che solo apparentemente è esplorato e sicuro, ma che sa ancora celare con sapienza i propri misteri, le angosce e le insidie di territori dei quali troppo a lungo l'uomo ha abusato e che sembrano pronti a presentare il conto di un dissipamento costante e ingiustificato.

Gli ultimi lavori di Sacchetti appaiono dunque piuttosto lontani dalla rassicurante installazione 'Invisibile 2011' - due capotti di aghi di pino - o da 'Silenziosa è la lumaca' con tante chiocciole posizionate in protettivi vasi di vetro; opere presentate nel 2016 al Castello Gamba di Chatillon nell'ambito di un progetto espositivo curato dal 62enne artista aostano in collaborazione con l’architetto Emmanuele Auxilia.

Da allora però la pandemia ma soprattutto i rapidi quanto inquietanti segnali del cambiamento climatico sembrano aver inciso anche nelle emozioni di Massimo Sacchetti, che ci rende una Valle d'Aosta d'alta quota poco disponibile all'accoglienza indiscriminata.

Nei quadri e nelle installazioni dell'artista la Natura alpina si riprende spazio e tempo, si ricolloca al suo posto di dominio, lasciando l'uomo sull'orlo di un precipizio; a distanza di sicurezza e al riparo da cadute, forse, ma comunque sempre più lontano e alieno.

pa.ga.

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