SANITÀ, SALUTE E STARE BENE - 27 agosto 2021, 19:51

Basta polemiche! Chiediamo azioni concrete

Le polemiche di questi giorni sul fuggi fuggi dei medici dall’ospedale regionale e sulla prova di francese, a nostro avviso, non centrano nulla con i problemi della Sanità valdostana

Basta polemiche! Chiediamo azioni concrete

Chi “fugge” dalla “Petite Patrie” sono medici che già lavorano e, quindi, hanno già superato, particolarità statutaria della nostra Regione, la prova di francese.

Obiettivi di eccellenza, di iper specializzazione in determinati settori, come potrebbe essere il reparto di ortopedia, in relazione alla vasta casistica di traumi sportivi, per la nostra realtà risulterebbero indispensabili.

Favorire progressioni di carriera, incentivare pubblicazioni scientifiche e perseguire l’esempio del Dott. Parini nel “fare” scuola incoraggiando la crescita professionale, basterebbero a creare attrattività verso il nostro ospedale.

Fino a quando non si porrà rimedio alla carenza di organizzazione, finché non si farà un atto aziendale finalizzato a garantire reali cambiamenti nella gestione della nostra Sanità, fintantoché il piano socio-sanitario non sarà in grado di risolvere le problematiche che da anni ci trasciniamo, rivalutando il fabbisogno di personale e il minutaggio legato all’assistenza con parametri reali e concreti, non saremo in grado di interrompere e, tantomeno, di arginare questa corsa lontano dalla Valle d’Aosta.

Oggi, possiamo, con molto amarezza, definirci un pronto soccorso, in quanto i cittadini valdostani, per le proprie cure ed interventi specialistici, si affidano sempre più alle realtà ospedaliere di Piemonte e Lombardia, ricorrendo sempre meno ai servizi offerti dalla nostra sanità pubblica.

Come per la classe medica, lo stesso esodo lo riscontriamo anche tra il personale infermieristico, il quale si licenzia dopo essere stato sottoposto a tour de force inaccettabili per carenza di personale e privato di ogni energia.

Sicuramente far uscire dal “cilindro” un contratto collettivo regionale della Sanità, come i migliori prestigiatori sanno fare, non servirà a risolvere i problemi. Infatti la soluzione non deriva dall’applicazione di un contratto di lavoro piuttosto che un altro, ma bensì, nel porre rimedio all’assenza di interventi strutturali e organizzativi, che permettano una crescita professionale e un benessere lavorativo che oggi non c’è.

                          CISL FP                            <wbr></wbr>                              <wbr></wbr>                           UIL FPL

                 Barbara Abram                         <wbr></wbr>                              <wbr></wbr>              Ramira Bizzotto

                   Chiara Pasqualotto                                                                  Marilena Melidona

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