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Aosta Capitale | 03 agosto 2021, 08:00

Aosta: Alina Sapinet, Madame l’Assesseur intrigata dalle politiche del commercio

Proseguiamo a fare il punto con la giunta comunale di Aosta. La quarta intervista è a Alina Sapinet, in quota Uv, Assessora allo Sviluppo economico, alla Promozione turistica e allo Sport.

Alina Sapinet

Alina Sapinet

Alina Sapinet, nata e cresciuta ad Aosta nel quartiere di Saint-Martin-de-Corléans, diploma di geometra e dipendente regionale, – tecnico dell’Assessorato all’Agricoltura. Sposata con René e due figli, Christian e Jacqueline.

Assessora o assessore?

"Se posso scegliere prediligo Madame l'Assesseur".

Bene Madame l’Assesseur Lei in Giunta al Comune di Aosta, suo fratello Davide in Giunta alla Regione, su papà Livio vecchio, ma sempre in forma leone rampante; una famiglia dedicata alla politica?

"Una famiglia appassionata di politica che da sempre crede nei princìpi dell’Union Valdôtaine, e che si è resa disponibile in un momento cruciale per il futuro del movimento”.

Perché ha deciso di scendere in campo?

"Desideravo da tempo fare un’esperienza in Amministrazione, e quando la section di Saint-Martin de Corléans mi ha chiesto di candidarmi non ho avuto dubbi. Certo, non mi spettavo un successo del genere".

Finite le curiosità: ha un pacchetto di deleghe niente male Sviluppo economico, Promozione turistica e Sport, un impegno da ciclopi?

"Effettivamente le deleghe sono varie, tutte importanti, e l’impegno è notevole. Sono, però, settori più affini di quanto non possa sembrare. In particolare, lo sviluppo del tessuto produttivo locale non può prescindere dalla promozione del territorio e delle sue eccellenze, nei limiti delle nostre possibilità. E anche la valorizzazione della vocazione sportiva della città può giocare un ruolo importante in questo contesto".

Quali delle tre deleghe la intriga di più?

"Non saprei decidere proprio perché è difficile paragonarle, si spazia dal commercio con tutte le normative e soprattutto le problematiche che esigono risposte celeri, alla gestione degli eventi, alla gestione degli impianti sportivi. Dovendo scegliere, potrà sembrare singolare, ma le tematiche legate al commercio, essendo quelle che conoscevo meno, in qualche modo mi intrigano di più".

Aosta Città turistica, ma la critica è che Aosta non offre molto, è ricca di beni culturali ma con scarsa propensione alla promozione e pochi eventi, cosa risponde?

"Direi che è una critica ingenerosa che non tiene conto del periodo che stiamo vivendo. C’è stato un “prima” e un “dopo” la pandemia, e solo chi vuole criticare con gli occhi del pregiudizio può fingere di non saperlo.

I dati ci dicono che Aosta fino al 2020 mostrava flussi turistici in crescita, un aumento delle attività commerciali e ricettive legate al turismo e, tutti potevano rendersi conto che soprattutto nei periodi di alta stagione la città era particolarmente vivace e animata Poi è arrivata la pandemia, e ha azzerato tutto".

E ora?

"Ora stiamo cercando faticosamente di ripartire, pubblico e privato, cercando di lasciarci alle spalle quanto è avvenuto. Ma sappiamo che prima di tornare alla situazione precedente ci vorranno anni di sacrifici e di difficoltà. Il discorso è semplice, viaggiare è diventato più difficile, organizzare un evento è ora molto più complesso e costoso, le persone sono comprensibilmente provate e spaventate dal futuro, la loro propensione alle spese per il turismo e i “beni voluttuari” in genere è crollata".

Crollati i beni voluttuari quindi?

"Le Pubbliche Amministrazioni hanno meno risorse, e devono fare i conti con la necessità di attuare politiche di sostegno al reddito e all’economia. Ciononostante, come dicevo, stiamo cercando di andare avanti. I principali eventi sono stati confermati e, insieme al collega assessore alla Cultura, abbiamo anche cercato di implementare l’offerta con nuovi appuntamenti".

E sulla promozione?

"Quanto alla promozione, vorrei chiarire una volta per tutte questo punto, perché negli ultimi tempi è stato spesso tirato in ballo a sproposito, anche a livello politico, credo più per inesperienza e non conoscenza dei fatti che per partito preso. Il Comune di Aosta non è un Apt, un Aiat, come c’erano una volta o, per restare all’attualità, l’Office du Tourisme, e non è neanche l’Assessorato regionale al Turismo. La nostra mission è di rendere la città viva e animata a beneficio dei residenti e dei visitatori che hanno scelto di visitarla, lavorando in sinergia con l’Amministrazione regionale e l’Office, anche coinvolgendo gli organizzatori degli eventi più importanti nella realizzazione di opportune campagne promozionali. Discorso a parte va fatto per il Marché Vert Noël per il quale, in virtù dell’importanza e del richiamo, ne siamo gli artefici e capofila nell’organizzazione, operiamo un’azione promozionale, sempre di concerto con i partner, in modo da riuscire a sviluppare un’efficace campagna di comunicazione anche fuori dal nostro territorio".

Parlare di sviluppo economico è di tutti, quasi come parlare del sesso degli angeli; la sua ricetta per un concreto sviluppo economico del territorio comunale?

"Se esistesse una ricetta di sicuro successo, saremmo a posto. In realtà io credo soprattutto nell’impegno e nel lavoro di squadra. Non può esistere sviluppo del territorio se non si lavora a stretto contatto con il privato e con gli altri enti pubblici, e questo vale a maggior ragione nei periodi in cui le risorse sono poche, come l’attuale, e bisogna necessariamente razionalizzare gli sforzi per non vanificarli. In particolare, è necessario agire sui due fronti, da un lato animare direttamente la città con una pluralità di eventi e incoraggiando l’iniziativa privata per l’organizzazione di alcune selezionate grandi manifestazioni, e dall’altro facilitare l’attività di chi fa impresa soprattutto per quanto riguarda i pubblici esercizi soprattutto dal punto di vista degli sgravi amministrativi e burocratici".

Altra critica giunge da alcune categorie che si lamentano di non essere coinvolte nei processi decisionali?

"Anche in questo caso mi sembra una critica ingrata. Questa Giunta si è sempre sforzata di condividere le principali decisioni con riunioni insieme alle associazioni di categoria, ma anche raccogliendo sul territorio le singole sollecitazioni. Crediamo nella condivisione delle scelte da fare, anche se ovviamente ci sarà sempre qualcuno che ha una visione differente perché è così che avviene nelle democrazie". 

C’è chi dice che la cultura è un carburante essenziale per il turismo come pensa di far fare il pieno di cultura al turismo?

"Fermo restando che i siti monumentali e i principali musei della città sono di proprietà regionale, insieme all’assessore alla Cultura Samuele Tedesco lavoriamo in maniera affiancata, nel solco delle rispettive deleghe, per riuscire a valorizzare la storia e la cultura che sono patrimonio della città di Aosta. Penso a eventi come la Giornata del Trekking urbano, al festival Città Diffusa e altri ancora".

Veniamo ad una dolente nota: lo sport. È pur vero che ha ereditato una situazione disastrosa, ma sembra che poco stia facendo. Le polemiche sul futuro del Puchoz divampano; il Tesolin è al limite dell’inagibilità, Palaindoor chiuso, mancano le palestre….

"Aosta sconta il privilegio ma anche l’onere di avere su proprio territorio numerosi impianti che hanno interesse anche per il resto della regione. Quasi tutti necessitano o hanno necessitato di grossi interventi per poterli mettere a norma e mantenerli fruibili con le regole che cambiano negli anni.

L’idea, comune a questa come altre Amministrazioni, è sempre stata di utilizzare la partnership con il settore privato per condividere le spese, esternalizzando la gestione, in modo anche da creare impresa sul territorio. L’idea, di per sé inappuntabile, però si scontra con le pastoie burocratiche, le previsioni legislative sempre più rigide e rigorose in materia di prevenzione e sicurezza che fanno lievitare i costi e, soprattutto, la crisi generalizzata e globale degli ultimi 12-13 anni che ha fatto sì che il privato si ritraesse di fronte al rischio d’impresa. E questo lo abbiamo visto avvenire per la gestione non solo delle strutture sportive. Peraltro, alcuni interventi sono stati fatti, e altri verranno attuati in questa consiliatura".

Cioè?

"Penso al rifacimento della pista di atletica del Tesolin o alla messa a norma del Palaindoor che ha sofferto anche la decisione di essere scelto quale polo vaccinale durante l’attuale emergenza pandemica. Un discorso a parte lo merita il Puchoz per il quale abbiamo le idee chiare, a suo tempo espresse nel Programma di governo. Si tratta di una struttura sottoutilizzata con problemi strutturali annosi e importanti che la rendono parzialmente inagibile e inadatta all’attività per la quale era nata. Dopo anni in cui nessuno si è preoccupato del suo destino, abbiamo scoperto che esiste invece un manipolo di persone interessate al suo mantenimento come stadio di calcio. Rispettiamo le idee di tutti, ma ribadiamo che l’Amministrazione per quel sito ha operato delle scelte che porterà avanti, e che, siamo certi, sono avallate dalla stragrande maggioranza dei cittadini che desiderano un polmone verde fruibile a tutti nel cuore della città".

Lo sport è essenziale per i giovani, ma riescono ad esprimersi al meglio nello sport? 

"Anche parlando da genitore, credo fortemente nel valore dello sport come fondamentale strumento anche educativo oltre che formativo per le giovani generazioni. Lo abbiamo ribadito anche insieme al PanathlonClub du Val d’Aoste con l’iniziativa di apporre delle targhe etiche in alcune strutture sportive che riportano la “Carta dei diritti del ragazzo” e la “Carta dei doveri dei genitori nello sport”. Per questo motivo sostengo, e sosterremo sempre come Amministrazione, la pratica delle discipline sportive, indipendentemente da quanto siano famose o glamour".

Il sogno nel cassetto?

"Riuscire a ripristinare i corsi di avviamento allo sport che tanto hanno significato per almeno tre generazioni di bambini aostani".

Come si immagina Aosta nel 2025?

"Vorrei una città “migliore”, più animata e attrattiva perché più ordinata, meta di visitatori ma anche culturalmente all’avanguardia con tanti giovani e la nuova Università finalmente aperta. Dove i tanti progetti che abbiamo trovino il modo di tradursi in opere che vengono realizzate in tempi ragionevoli a beneficio di tutti i cittadini, e dove un settore pubblico efficiente e capace di dare risposte in tempi rapidi sia in grado di trainare un settore economico privato ricco di idee e di sempre maggior professionalità".

MERCI  Madame l’Assesseur

piero.minuzzo@gmail.com/pgc

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