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ECONOMIA | 10 maggio 2021, 09:00

Intervista a Maria Elena Udali Presidente Confcommercio – Fipe VdA donne

In un periodo che richiede cambiamento di prospettiva e capacità di adattamento, le donne hanno saputo tenere i morale alto pensando, soprattutto, ad una nuova idea di identità umana

Intervista a Maria Elena Udali Presidente Confcommercio – Fipe VdA donne

Partiamo dalla fine; nonostante la pandemia, che ha dato il colpo di grazia a micro e piccole realtà imprenditoriali nel corso del 2020, tante donne continuano a lavorare con grande determinazione e con ottimismo. Il segreto?

“In una società ricca di giudizi e pregiudizi nei confronti del gentil sesso, questa pandemia ha valorizzato le competenze e i talenti femminili, perché le donne sanno cosa vuol dire prendersi cura della casa, dei figli, del prossimo e delle proprie aziende; ne fanno esperienza nella vita privata e trasferiscono naturalmente questo approccio nella dimensione pubblica. In un periodo che richiede cambiamento di prospettiva e capacità di adattamento, le donne hanno saputo tenere i morale alto pensando, soprattutto, ad una nuova idea di identità umana.”

Che impatto ha avuto e ha la pandemia sulle donne?

"Le donne stanno pagando il conto più salato della crisi innescata dal Covid 19. Questo perché le disuguaglianze di gente nella nostra società sono ancora fortemente presenti: partendo dall’economia dove ci sono molte meno donne che lavorano e quando lavorano, queste ultime hanno uno stipendio minore rispetto ai colleghi maschi e dove sono frenate nella voglia di mettersi in proprio perché hanno più necessità di supporto economico e finanziario. Nella sfera sociale invece, dove il periodo di confinamento ha registrato una maggiore esposizione alla violenza di genere e la chiusura di scuole e centri diurni per le persone non autosufficienti aumentando la mole di lavoro domestico che continua a ricadere principalmente sulle donne".

Lei personalmente e la sua azienda come avete e state affrontandola pandemia?

“Il lockdown ha obbligato tutti noi a fare i conti con noi stessi e con la gestione delle nostre aziende. Imprese appena nate, aziende che si erano lanciate in investimenti o aziende che, per svariati motivi, non avevano visto nel 2019 un buon anno, si sono viste crollare il mondo addosso. Per fortuna noi non ci siamo trovati in difficoltà anzi, il periodo di Natale era stato ( per una volta ) abbastanza clemente in termini di meteo, permettendoci di lavorare senza mai perdere nemmeno una giornata. 

A marzo abbiamo quindi saldato tutti i conti e “chiuso tutti i rubinetti”, in attesa degli eventi. Non ci siamo quindi scoraggiati e con mio fratello (che poi è anche il mio socio) abbiamo studiato ed elaborato un nuovo piccolo ed entusiasmante progetto. Questo ha portato la nostra azienda ad aumentare il fatturato nella prima “estate COVID” della storia. Con la fine dell’estate, è arrivata anche la nuova doccia fredda: l’aumento dei contagi e la minaccia di un secondo confinamento. Cercando di non perdermi d’animo e prendendo uno di quei treni che capitano solo una volta nella vita, sono partita nella vicina Val d’Isère accettando la proposta di collaborazione con il gruppo “La Folie Douce”, esperienza arricchente e che mi ha dato voglia di rientrare a casa più carica di prima. Nel frattempo, a casa, mio fratello ha portato avanti le faccende amministrative e burocratiche, esaminando e studiando il modo più adeguato per affrontare, insieme a me ed ai miei genitori, il passaggio generazionale che la nostra azienda sta vivendo in questi anni. (Tema caro a molte aziende italiane e valdostane oggi e per la quale si parla troppo poco.) Ora siamo tutti qui in attesa, giorno dopo giorno, cercando di capire di che colore si tingeranno le regioni domani, per studiare una nuova strategia e provare ad affrontare la nostre seconda estate COVID. E’ convinzione diffusa che la ripresa da questa fase così difficile passa soprattutto dalle donne, concorda? “Come dice il nostro Presidente Nazionale Sangalli: ”Si tratta di una componente fondamentale della nostra economia. Anzi, le imprese guidate da donne sono più socialmente responsabili, più attente alla sostenibilità ambientale e hanno grandi margini di crescita del loro ruolo. Un ruolo su cui il sistema camerale, attraverso la rete dei Comitati per l’imprenditoria femminile, continuerà ad investire. Sicuramente i fondi europei del Recovery Fund contribuiranno al loro ulteriore sviluppo” .

Nei giorni scorsi è stata bandita la seconda edizione del premio al femminile “Au cœur de la reprise”, patrocinato dal Consiglio Valle al quale partecipa anche una rappresentanza di imprenditrici iscritte a Confcommercio VdA. Ritiene siano utili tali iniziative per sostenere le donne imprenditrici?

“Le giovani donne imprenditrici, la cui spinta a fare impresa arriva dal desiderio di valorizzare le proprie competenze ed esperienze professionali, intessono rapporti più stretti e frequenti con la comunità territoriale e sono più attente alle tematiche etiche e di responsabilità sociale rispetto a giovani imprenditori uomini. Per questo motivo penso che iniziative come “Au cœur de la reprise” siano estremamente utili, proprio per via della disuguaglianza economica e sociale che noi donne subiamo ancora oggi nel mondo del lavoro. Per questo motivo ci tengo a dire che queste iniziative debbono andare al di là dei soli incentivi finanziari, introducendo misure atte a coniugare in modo equilibrato l’impegno professionale e i bisogni personali e familiari di noi donne”.

Sul piano pratico della gestione aziendale quali sono le difficoltà incontrate a causa della pandemia?

“Sul piano pratico, questa pandemia ci ha messo in ginocchio colpendo duramente, oltre il settore dell’arte e dello spettacolo, anche tutto il settore dei Pubblici Esercizi. Purtroppo, della nostra categoria, chi sicuramente ne ha risentito molto sono i servizi di catering. Questi si sono visti cancellare tutti gli eventi da un giorno all’altro o in certe occasioni ridurre drasticamente il numero degli invitati. Ora si preparano ad accogliere i clienti al freddo ed al gelo delle terrazze in primavera con il terrore di vedersi annullare di nuovo tutti i banchetti da un momento all’altro se la regione dovesse cambiare colore, cosa che tra l’altro è appena succeda alla nostra Valle. Per non parlare delle discoteche e dei locali notturni che da un anno non possono più accogliere nessuno, visti gli orari imposti del coprifuoco e le durre norme per il distanziamento sociale. Anche i locali in quota hanno molto sofferto, non potendo praticamente mai aprire vista la chiusura degli impianti sciistici. Ad ogni modo, tutto il settore dei Pubblici Esercizi ha dovuto fare i conti con il COVID e le leggi che hanno deciso di penalizzare proprio il nostro settore perché, anche per chi ha potuto o saputo reinventarsi, è innegabile che ci sia stato un drastico calo del fatturato".

Come le ha superate?

“Per quel che riguarda personalmente la nostra azienda, non ho potuto ancora superare tutte le problematiche che la pandemia ci ha obbligato ad affrontare, proprio perché non siamo ancora arrivati ad una fine o a trovare il modo corretto di convivere con questo maledetto virus. Sicuramente la fortuna di avere un’azienda familiare storica, sana e dove tutti noi soci abbiamo sempre cercato di collaborare per il bene di essa, ha fatto molto. Hanno giocato e giocano tutt’ora oggi un ruolo fondamentale il nostro Consulente, i nostri Avvocati ed i nostri Esperti Contabili, persone esperte e di fiducia. Senza di essi non saprei davvero come arrivare al superamento di tutte queste difficoltà. Un ruolo importante di sostegno morale, di costante informazione e di attenzione alle esigenze della nostra categoria lo ha giocato e lo gioca tutt’ora la FIPE - Confcommercio, nazionale e regionale. Associazione dinamica ed in continua evoluzione di cui sono fiera d’esserne la Presidentessa“.

Come vede il futuro economico della Valle d’Aosta?

“Non c’è settore, lavoro, attività che non sarà toccato da questa crisi e quindi il progetto di ripresa dovrà tener conto di tutte le categorie, quelle rappresentate da organi e associazioni, al pari di quelle che non lo sono, ma che devono avere assoluto sostegno. Per quanto riguarda il Turismo, sogno che la Valle d’Aosta prenda il titolo di “Piccola Perla delle Alpi”. Per fare questo, sono convinta che sia necessario un progetto comune, una comunicazione condivisa tra la Regione Valle d’Aosta, associazioni di categoria ed un confronto con le altre regioni alpine, italiane e non, il tutto finalizzato a rafforzare la nostra identità. Solo così potremo sperare di creare un piano di ripresa serio ed avanguardista, allo scopo di uscire da questa pandemia più forti di prima. In una regione montana di confine franco/svizzero in cui ci troviamo a condividere montagne, valichi, tunnel e piste da sci o di bicicletta, i territori hanno il compito di rafforzare le strategie e condividerle tra di loro per la tutela del territorio. Soprattutto in un periodo di così tanta incertezza. La diversità nazionale deve essere una forza, non un limite in quanto ciò che ci accomuna è la tutela e lo sviluppo delle nostre Alpi!”

Grazie

red.

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