AMBIENTE - 10 febbraio 2021, 17:10

Di scarsa qualità le acque sotterranee nella Piana di Aosta

Le rilevazioni dell'Arpa evidenziano criticità anche nell'area della discarica di Brissogne ma i dati negativi non coinvolgono i pozzi cittadini di acqua potabile

Piezometri con superamenti (i pallini rossi) per il CromoVI nella piana di Aosta

Piezometri con superamenti (i pallini rossi) per il CromoVI nella piana di Aosta

In chiaroscuro risultati della campagna di monitoraggio sulle acque sotterranee della Valle d'Aosta condotta dall'Agenzia regionale per l'ambiente-Arpa nel 2020.

Il monitoraggio conferma uno stato quantitativo buono su tutto il territorio monitorato, così come conferma uno stato qualitativo buono per quanto riguarda la Piana di Morgex, Verrès e Pont St. Martin ma un qualità scarsa per la Piana di Aosta "a causa della ben nota contaminazione da CromoVI" spiega l'Arpa in una nota.

Scarsità qualitativa che però non coinvolge il capoluogo regionale né soprattutto i pozzi comunali di acqua potabile. 

La rete di monitoraggio è costituita da piezometri (ovvero pozzi di piccolo diametro espressamente realizzati per scopi di ricerca e monitoraggio) sui quali si effettuano, come prescritto dalla normativa, due tipi di misure: quelle quantitative constano di rilievi del livello della falda, di tipo sia manuale (con cadenza mensile) che automatica (tramite appositi sensori installati nei piezometri), finalizzati a valutare la disponibilità e sostenibilità della risorsa idrica sotterranea, oltre che ad elaborare specifiche mappe relative al deflusso delle acque sotterranee; quelle qualitative consistono in prelievi di campioni d’acqua e loro analisi in laboratorio, finalizzati ad individuare l’eventuale presenza di contaminazione.

La rete di monitoraggio ha evidenziato le seguenti principali criticità, ubicate nella porzione centrale della Piana di Aosta:

una contaminazione da CromoVI (esavalente) che si origina all’interno delle aree industriali Cas-ex Cogne e va ad interessare anche punti ubicati a valle rispetto alla direzione principale di deflusso della falda. Questa contaminazione non riguarda le zone a monte delle aree industriali (zona urbana di Aosta e pozzi ad uso idropotabile comunali).

Concentrazioni eccedenti i valori limite di legge per diversi parametri sono state rilevate su tutta l’area monitorata circostante la discarica di Brissogne.

I superamenti si rilevano sia a monte che a valle dell’attuale impianto di discarica, ad indicare che tale situazione non è imputabile all’attuale impianto bensì alla presenza di vecchi rifiuti smaltiti in quest’area in modo incontrollato sino a pochi decenni fa (prima della realizzazione della discarica e in assenza di normativa ambientale) ed alla conseguente modifica delle condizioni di ossidazione del sottosuolo, la quale favorisce la mobilizzazione metalli naturalmente presente nel suolo.

Complessivamente, l’acquifero della Piana di Aosta presenta uno stato chimico scarso dal momento che i punti in corrispondenza dei quali si osservano superamenti dei limiti normativi per il CromoVI, ubicati come detto all’interno delle aree industriali di Aosta ed a valle di queste ultime, sono superiori al 20% del totale.

Sono emerse anche altre due "criticità", seppur di livello "minore". Nelle conca di Courmayeur è emerso "un impatto locale (zona di Entrèves) legato alle operazioni di spargimento invernale di sale sulle strade (alti valori di conducibilità, sodio e cloruri)" mentre in quella di Chatillon "una marcata ma puntuale contaminazione da idrocarburi attualmente in fase di bonifica".

i.d.

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