Venerdì 29 gennaio è stato fatto il punto della situazione nel corso di un incontro in remoto tra le Organizzazioni sindacali di categoria e i dirigenti aziendali. Discussa anche la situazione della filiale valdostana alla luce del piano industriale presentato in tribunale lo scorso 21 gennaio.
Nel 2020 la catena Scarpe& Scarpe ha presentato istanza di concordato preventivo al tribunale fallimentare di Torino, dove l’azienda ha la sede principale. La Società conta complessivamente 1800 dipendenti nei 153 punti vendita di cui uno a Quart dove sono impiegati una ventina di dipendenti.
Raffaele Statti segretario UilTuCs
“Sono già stati chiusi 14 punti vendita ed altri due, a Milano Lorenteggio e Portogruaro – spiega Raffaele Statti, segretario UilTuCs VdA - è stato comunicato nell’incontro di ieri di aver ricevuto la disdetta dai proprietari delle locazioni, oltre a registrare una performance negativa dei punti vendita”.
Lo stato di difficoltà aziendale sembra risalire ad una situazione pregressa alla chiusura dei punti vendita, per l’emergenza sanitaria e la previsione di mancate fatturazioni.
“La filiale di Aosta – precisa Statti - per ora è esclusa dalla chiusura dei vari punti vendita. Ma la situazione è subordinata alla valenza del Piano industriale presentato che avrà una durata di sei anni, dal 2021 al 2027, per la riorganizzazione aziendale, in considerazione del perdurare della gravità dell’emergenza e la necessità di metterein sicurezza l’azienda, prospettare il rilancio industriale, la garanzia di prosecuzione dell’attività e dei livelli occupazionali”.
Tra le iniziative da intraprendere vi sono, la verifica e la ristrutturazione relativa albusiness, acquisti, vendite, nuovi fornitori e nuovi brand catalizzanti, ecc..
L’azienda è convinta di superare la crisi drenando i punti vendita improduttivi e investendo su quelli potenzialmente espansivi. “Riguardo alla situazione debitoria in cui versa l’Azienda – prosegue Statti - è loro intenzione di saldare i creditori privilegiati, dipendenti, erario, agenzia delle entrate; il tutto è subordinato all’omologa del concordato da parte del Tribunale, i cui tempi si aggirano tra i 6-7 mesi dalla data di deposito del piano”.
Avvenuta l’omologa, l’azienda ha tempo un anno per il pagamento dei debiti. Le lavoratrici di Aosta hanno un credito nei confronti dell’azienda del 40% dello stipendio del mese di Febbraio 2020.
Le organizzazioni sindacali hanno espresso “perplessità sul piano presentato, anche per l’illustrazione approssimativa dello stesso avvenuta nell’incontro ed hanno chiesto una copia in modo da poterlo studiare in maniera più approfondita”.
I sindacati hanno poi chiesto di discutere della situazione dei lavoratori dei punti vendita aperti, relativamente ai contratti, orari, flessibilità, ruoli e mansioni, ferie, utilizzo della cassa integrazione, cercando di costruire un dialogo continuativo e costruttivo con i funzionari sindacali dei vari territori.