Con circa 430 ettari di vigneto e un potenziale produttivo di 1,8 milioni di bottiglie annue la Valle d’Aosta è un territorio d’eccellenza per la produzione di vini eroici di montagna.
Questa viticoltura potrà godere di specifiche risorse finanziarie per il consolidamento delle strutture con tecniche tradizionali quali muretti a secco e ciglioni, per l’utilizzo di vitigni autoctoni, la valorizzazione, promozione e pubblicità delle uve e dei vini riconducibili alla "viticoltura eroica o storica" anche attraverso l'uso di un marchio nazionale: lo prevede – chiarisce Confagricoltura – il Decreto n. 6899 del 30 giugno 2020 pubblicato sul sito del Ministero delle Politiche Agricole, relativo alla “salvaguardia dei vigneti storici ed eroici” in attuazione della Legge n. 238 del 2016, cosiddetto Testo Unico del Vino.
“Ci auguriamo che il provvedimento possa presto trovare attuazione – dichiara il direttore di Confagricoltura Union Regionale des Agricolteurs Valdotains Ercole Zuccaro (nella foto) – per contribuire alla valorizzazione di un prezioso patrimonio produttivo, ambientale e culturale”.
Morena Danna, coordinatore della Confagricoltura della Valle d’Aosta, spiega che “in Valle d’Aosta i vigneti, coltivati con enormi sacrifici in aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico, storico e ambientale, rappresentano un elemento di particolare pregio paesaggistico. Questi vigneti, che hanno la loro maggior concentrazione nella valle tra Donnas e Morgex, s’incontrano in diversi territori, nelle Route des vins Vallée d'Aoste, dal Monte Bianco al Gran Paradiso, dal Monte Emilius al Cervino, al Rosa”.
Il decreto, come illustra Confagricoltura, individua i vigneti eroici in base al possesso di almeno un requisito fra: pendenza del terreno superiore a 30 %; altitudine media superiore ai 500 metri sul livello del mare ad esclusione dei vigneti situati su altopiano; sistemazioni degli impianti viticoli su terrazze e gradoni.
Sono inoltre tutelati i vigneti storici, la cui presenza è segnalata in una determinata superficie/particella in data antecedente al 1960 e la cui coltivazione è caratterizzata dall’impiego di pratiche e tecniche tradizionali legati ad ambienti fisici e climatici locali che mostrano forti legami con i sistemi sociali ed economici, coltivati con l’utilizzo di forme di allevamento storiche legate al luogo di produzione o presenza di sistemazioni idrauliche-agrarie storiche o di particolare pregio paesaggistico.