I docenti non hanno ancora avuto risposte in merito alle numerose problematiche concernenti la scuola e perquesto è quanto meno necessario portare nuovamente alla luce le questioni irrisolte che affliggono tutti iprotagonisti del mondo scolastico: gli studenti insieme alle loro famiglie e i docenti.A gran voce evidenziano nuovamente che la tutela degli alunni e delle loro famiglie non deve prescinderedalla stabilizzazione del precariato storico della scuola.
È ormai un dato certo che a decorrere dal primo settembre la “sup - plentite” toccherà numeri mai visti, senza contare che, oltre alle cattedre che dovrannoessere assegnate sui posti vacanti e vuoti, bisognerà prevedere una riduzione del numero di alunni per classee, di conseguenza, un potenziamento di organico per garantire il distanziamento e le misure di sicurezza nelleclassi.
Se non verranno ripensati i numeri degli organici si rischierà nuovamente il ricorso alla DAD, una soluzioneche va bene solo per tamponare l’urgenza perché ‘il contatto e la presenza fisica dell’altro rimangono unadimensione relazionale insostituibile’.
Poco si è detto inoltre riguardo alle famiglie dei ragazzi disabili, coloro che più hanno patito il periodo DAD.Queste famiglie si sono sentite completamente abbandonate a gestire una didattica online difficile daapplicare: basti pensare ad esempio agli studenti con disabilità intellettiva e relazionale che non hanno avutoalcun tipo di supporto adeguato aggravando così una situazione già compromessa.
Altro punto che si somma alle questioni appena citate è relativo all’organizzazione del rientro a scuola per ilquale sembrano previste due fasi: la prima dal 1° al 14 settembre in cui si ipotizza il recupero degliapprendimenti e la seconda fase che è quella del rientro in presenza dal 14 settembre. Qualche dubbio alriguardo sorge: da chi verranno svolti tali recuperi? Come potrà essere fattibile il recupero di 4 mesi in soledue settimane? E ancora, saranno in presenza o attraverso la DAD? Troppe domande e poche risposte.