Venerdì è stata una giornata molto importante per il futuro della sanità valdostana. Questo non tanto per quanto riguarda l’emergenza epidemiologica del Covid19, bensì per le ombre che certe affermazioni e certe azioni di nostri politichini hanno gettato sull’intera sanità valdostana. Qualcuno già a suo tempo chiese prima la testa dell’Assessore, con una mozione di sfiducia che forse oggi tanti altri voterebbero e poi la definizione di un piano serio e preciso per risolvere “quer pasticciaccio brutto” della gestione della struttura di Variney.
Da allora, però, nulla è stato fatto dall’Assessore, se non grandi proclami e qualche “carogna”, come dice Lui. Ma mettiamo in ordine le notizie interessanti di venerdì.
Ore 11,30. Ha inizio la Seconda Commissione consiliare nel corso della quale, durante il dibattito sul secondo intervento legislativo che definirà le ulteriori misure economiche e sociali a contrasto dell’emergenza Covid19, il Presidente Prefettissimo annuncia la presentazione di un emendamento del peso di 1,5 milioni di euro per l’organizzazione di un corso di formazione per OSS(S) che inizierà a giungo, per terminare a dicembre.
Ore 13,11. In un messaggio pubblicato sulla propria pagina Facebook, l’Assessore alla Sanità annuncia urbi et orbi che prossimamente grazie all’apertura delle due nuove strutture residenziali per anziani di Perloz e di Morgex serviranno nuove OSS, indicando tra l’altro il recapito di un noto marchio specializzato nel settore delle assunzioni a cui inviare le relative domande. Perché la procedura non è gestita direttamente dal pubblico? Ma proseguiamo.
Ore 17,04. Con una prima ANSA, sempre il nostro Assessore alla Sanità annuncia che non è più possibile rinviare ulteriormente ogni decisione in materia sanitaria e servono al più presto OSS e medici. Ovviamente la soluzione per lui è molto semplice: approvare la sua legge sull’attrattività dei medici e approvare (ovviamente) l’emendamento di cui sopra che per mezzo di soldi freschi (perché non utilizzare i fondi europei visto il pessimo uso che ne stiamo facendo negli ultimi anni) per organizzare un corso per OSS.
Ore 19,11. Un’ulteriore ANSA serale annuncia che la clinica di Saint-Pierre sarà interamente dedicata all’assistenza di pazienti Covid19 positivi per i prossimi mesi di aprile e maggio per poi tornare successivamente al suo ruolo di sempre.
La notizia metteva tra l’altro in evidenza come il gestore ICV, con questa scelta, continuasse così ad “offrire” respiro alla sanità pubblica della Valle d’Aosta. Però, non male! Forse il sentimento è giustamente quello, ma nella tasca crediamo che non ci sarà soltanto il corrispettivo di una semplice offerta.
Ora, tralasciando il nobile gesto della ICV di Saint-Pierre che si peserà in numero e importi fatturati, ci chiediamo cosa stia bollendo in pentola per il futuro della nostra sanità. La presenza sempre più evidente di gruppi e professionisti privati, dediti a monetizzare la missione datagli da Ippocrate, è ormai un dato di fatto.
Al contempo, se consideriamo l’attuale gestione dell’Azienda sanitaria USL e di alcune strutture territoriali, sembra quasi che qualcuno stia tifando per arrivare ad una privatizzazione completa del settore. Lungimiranza, fine di un’epoca o c’è dell’altro?
Ma ci è voluto il Covid19 per far capire al Presidente Prefettissimo e all’Assessore alla Sanità che servono OSS in più e soprattutto medici? Ma davvero l’Assessore pensa che con qualche spicciolo in più, valanghe di medici si presenteranno alle porte di Pont-Saint-Martin?
Noi, temiamo che dietro a tutto questo ci sia una ben altra strategia. Conosciamo troppo bene gli attori di questa tragedia.