Come in tutte le vicende della vita, a partire dalla piccola fiammiferaia a cenerentola, la società si divide tra figli e figliastri. Non poteva certo trasgredire la regola il coronavirus fortemente sostenuto da Governo centrale per l’iniquità dei provvedimenti per evitare il contagio e dall’immobilismo del governo regionale nell’applicazione dei provvedimenti.
E così succede che chi ha i soldi e le seconde case si trasferisce dalle residenze abituali e viene a contagiare la Valle d’Aosta, come non bastassero i nostri casi.
Peggio ancora è il comportamento di chi annuncia la chiusura degli alberghi e poi apre le prenotazioni su booking anche per il prossimo fine settimana proponendo prezzi speciali. Che dire poi dei piccoli commercianti, degli esercizi, dei ristoratori e dei negozi di vicinanza e i centri commerciali o gli ipermercati che sfruttando l’interpretazione della legge vendono di tutto e di più. Anche negli ipermercati cosi come in tutti gli esercizi commerciali il decreto prevede che si possano vendere solo generi di prima necessità.
E invece… E invece i supermercati non avendo transennato i reparti di abbigliamento, calzature, giocattoli gli acquisti sono liberi, a danno dei commercianti che hanno dovuto chiudere i loro esercizi, vendono di tutto e di più.
Succede così che un negozio che vende calzature o articoli sportivi nei presi di un supermercato ha dovuto chiudere ma se si attraversa il piazzale si entra nell’ipermercato ed ecco che si trovano e si possono acquistare i medesimi articoli commercializzati dall’esercizio costretto a chiudere.
Insomma il decreto è a maglie larghe e a pagare sono i piccoli. Infatti, il decreto non spiega quali prodotti si possano vendere e quali no.
All'atto pratico, la conseguenza è che diversi esercizi di vicinato chiuderanno, perché i prodotti che vendono non sono considerati essenziali dal decreto, mentre i supermarket e gli ipermercati, restando aperti per la vendita dei generi alimentari, potranno vendere qualunque prodotto, perché non esiste una lista esaustiva di beni di prima necessità.
Resta comunque fermo un punto: in ogni caso deve essere garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro tra un cliente e l'altro. Restano aperti anche i tabaccai, le edicole, le farmacie e le parafarmacie. Chiusi i mercati, salvo che per le attività di vendita di alimentari.
Basta navigare in un sito di prenotazioni alberghiere, primo fra tutti Booking.com e chi deve vigilare si può rendere conto come tanti alberghi accettano prenotazioni. Noi lo abbiamo sperimentato fino al pagamento. E in Valle c’è un’ampia disponibilità.
E’ però possibile che in giornata verranno presi provvedimenti più ristrettivi e che il governo regionale chiarisca questi aspetti come fatto in altre regioni.