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CRONACA | 15 dicembre 2019, 19:24

Il magistrato Mario Vaudano parlava di ‘mafia di montagna’ già nel marzo 1994

Mario Vaudano

Mario Vaudano

«Non è questione di sangue e di omicidi, ma di metodi e comportamenti». Già nel 1994, 25 anni fa, Mario Vaudano, magistrato in Valle d’Aosta dal 1989 al 1995, denunciò la presenza nella regione di una “mafia di montagna”.

Vaudano diceva di aver riscontrato la presenza di persone e condotte che non potevano che fornire consistenti indizi di infiltrazione mafiosa, soprattutto di origine calabrese. Per Vaudano il ripetersi nei cantieri di incidenti o danneggiamenti, la massiccia e costante presenza di pregiudicati che gravitavano attorno al Casinò di Saint-Vincent e prima ancora, nel 1982, l’attentato dinamitardo contro il pretore Giovanni Selis che indagava proprio sul Casinò, costituivano indizi della presenza nella Valle di una criminalità non più di provincia.

Le parole di Vaudano ebbero vasta eco sui giornali ed in Consiglio Valle nel marzo 1994 a seguito di un articolo del Corriere della Sera. L’allora presidente dell’Assemblea regionale, François Stevenin, scrisse al magistrato esprimere “tutta la mia amarezza per le dichiarazioni da lei rese al quotidiano Corriere della Sera". Rispondendo a Stevenin Vaudano, tra l’altro, scriveva; “Rimane il dato di fatto di alcuni punti oggettivi che non può essere negato (…) Sarebbe la peggiore sconfitta e, ritengo, la chiusura di ogni speranza per un futuro degno di questo nome per la Valle d'Aosta, così come per il resto d'Italia."

a. bo.

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