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FEDE E RELIGIONI | 12 dicembre 2019, 09:00

PAPA: L’esempio dei cristiani perseguitati o emarginati

PAPA: L’esempio dei cristiani perseguitati o emarginati

«Oggi nel mondo, in Europa, tanti cristiani sono perseguitati e danno la vita per la propria fede, o sono perseguitati con i guanti bianchi, cioè lasciati da parte, emarginati». Lo ha denunciato il Papa all’udienza generale di mercoledì mattina, 11 dicembre, svoltasi in due momenti: dapprima nella basilica Vaticana, dove ha incontrato i partecipanti al pellegrinaggio dell’eparchia ucraina di Mukachevo di rito bizantino, poi nell’Aula Paolo VI, dove, proseguendo le catechesi sugli Atti degli Apostoli, ha preso spunto dal capitolo 26 che parla dell’episodio di Paolo prigioniero davanti al re Agrippa.

Davanti ai fedeli ucraini, che celebrano il trentennale dell’uscita dalla clandestinità dopo la lunga oppressione del regime sovietico, ha parlato di una «Chiesa madre di tanti martiri che con il proprio sangue hanno confermato la fedeltà a Cristo, alla Chiesa cattolica e al vescovo di Roma».

In particolare, il Pontefice ha voluto fare memoria non solo «del beato vescovo martire Teodor Romža, che nei momenti più bui... ha saputo guidare il popolo di Dio con sapienza evangelica e coraggio... fino a dare la propria vita per le pecore»; ma anche di quegli «antenati, nonni e nonne, padri e madri, che nell’intimità delle loro case, e spesso sotto la sorveglianza del regime ostile, rischiando la propria libertà e la vita, hanno trasmesso l’insegnamento della verità di Cristo e hanno offerto alle generazioni future... un’eloquente testimonianza di fede».

Il tema è stato poi ripreso dal Papa durante la catechesi nell’Aula Paolo VI. «Io vengo dalla basilica di San Pietro — ha confidato con un’aggiunta a braccio al testo preparato — e lì ho avuto una prima udienza» con i pellegrini ucraini. «Come è stata perseguitata, questa gente» ha commentato Francesco, aggiungendo; «Quanto hanno sofferto per il Vangelo! Ma non hanno negoziato la fede. Sono un esempio».

Per il Papa infatti «il martirio è l’aria della vita di un cristiano, di una comunità cristiana. Sempre ci saranno i martiri tra noi: è questo il segnale che andiamo sulla strada di Gesù. È una benedizione del Signore, che ci sia nel popolo di Dio, qualcuno o qualcuna che dia questa testimonianza del martirio». Da qui l’auspicio conclusivo: «chiediamo oggi al Signore... di ravvivare la nostra fede e di aiutarci ad essere fedeli fino in fondo alla nostra vocazione di cristiani».

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