CRONACA - 31 maggio 2019, 21:33

François Cazzanelli e Francesco Ratti sulla vetta del Denali in Alaska

Due volte in una settimana, percorrendo la “West Rib” e la mitica “Cassin”. Dal '61 ad oggi è la terza ripetizione italiana di sempre

François Cazzanelli

François Cazzanelli

François Cazzanelli e Francesco Ratti, guide alpine valdostane, raggiungono per due volte in una settimana la vetta del Denali (fino a pochi anni fa McKinley), in Alaska, 6190 metri d'altezza, la più elevata del Paese e dell'intero continente nord americano.

L’annuncio del 30 maggio 2019, della ripetizione della via “Cassin” - una via che gode della massima considerazione nel mondo alpinistico - arriva dai social di Cazzanelli e fa eco al post di settimana scorsa dove la guida alpina di Cervinia faceva sapere di aver raggiunto la vetta del Denali con il collega Francesco Ratti percorrendo la “West Rib” (il 23 maggio 2019).

Il successo dell’Alaska Expedition 2019 di Cazzanelli e Ratti (nella foto) ha una doppia valenza: è importante in quanto l'Alaska è una terra poco battuta dagli alpinisti italiani, si segnalano infatti solo poche ripetizioni della "Cassin" da parte di nostri connazionali, la prima nel 1993 da Franco Dobetti, Bruno Dossi e Bruno Rota; la seconda ripetizione italiana nel giugno 2009, organizzata dal gruppo Gamma e composta da Giacomo Bianchi Bazzi, Roberto Chiappa, Massimiliano Gerosa, Eugenio Manni, Fabio Valseschini. Quella di François Cazzanelli e Francesco Ratti, è la terza ripetizione, del 30 maggio 2019, quindi a 10 anni di distanza dall'ultima spedizione italiana che ha tentato questa via e a 58 anni dalla sua apertura.

Ed è altrettanto importante in quanto la giovane cordata italiana ha raggiunto la vetta due volte in una sola settimana: il 23 e il 30 maggio 2019.

Il 23 maggio alle 21 (ora locale) Cazzanelli e Ratti raggiungono per la prima volta la vetta del  Denali percorrendo  la "West Rib": partiti alle 12 (ora locale) dal campo 4 e raggiungendo la vetta alle 21 (ora locale), dopo 9 ore di scalata in una giornata meteorologicamente “pazzesca con il sole sopra un mare di nuvole dove in pochi secondi tutto si è ghiacciato” racconta Cazzanelli. Il ritorno sulla via normale è stato di tre ore, dalla vetta al campo 4.

Il 30 maggio alle 7 (ora locale), dopo una sola settimana, Cazzanelli e Ratti ritornano sulla vetta del Denali, per un'altra via, la mitica "Cassin", aperta da una cordata italiana nel luglio del 1961 guidata per l'appunto da Riccardo Cassin assieme ai "Ragni di Lecco". La “Cassin” è una via molto lunga, circa 2.500 m di dislivello dalla terminale fino in cima. L'arrampicata è varia, tra cascate di ghiaccio, tiri di misto ed una cresta con cornici di neve, mentre l'arrampicata tecnica è piacevole, su granito solido di alta qualità.

Dal canto loro, anche l’altra coppia della cordata italiana formata da Roger Bovard e Stefano Stradelli, alla loro prima esperienza internazionale, ha raggiunto la vetta del Denali salendo per la “West Rib” lo scorso 29 maggio 2019 alle 20 (ora locale).

Curiosità

La data del 23 maggio ci riporta alla mente un’altra vetta importante conquistata da Cazzanelli nel 2018, il Lothse (Himalaya), la quarta montagna più alta del mondo, assieme a Marco Camandona (grande alpinista italiano e himalaysta) in puro stile alpino.

La spedizione in Alaska continua, infatti la cordata italiana formata da François Cazzanelli, Francesco Ratti, Roger Bovard e Stefano Stradelli vuole in primis scalare il più possibile esplorando il Denali National Park. Prossimo obbiettivo, non meno impegnativo, dovrebbe essere la vetta del monte Foraker 23 km a sud-ovest del Denali, seconda vetta più alta della catena dell'Alaska e la quarta vetta più alta degli Stati Uniti.

I Partner

Per una spedizione internazionale importante se non essenziale la presenza dei partner. Con François Cazzanelli troviamo Salewa, Dynafit, Wild Country, Grivel, Garmin, Cébé, Cervinia Valtournenche - Ski Paradise e Top1 Communication.

Francesco Ratti è invece sponsorizzato da Millet Mountain.

Biografie

François Cazzanelli, classe ’90, è alpinista e Guida Alpina; cresciuto a Cervinia, nella Valtournenche, ai piedi del Cervino dove vive tuttora. Figlio d’arte: il cognome della famiglia del padre, Cazzanelli, e quello della famiglia della madre, Maquignaz, sono legati indissolubilmente da più di un secolo al mestiere di Guida Alpina e all’Alpinismo, da ben cinque generazioni.

François ha ripetuto e aperto svariate vie sul Monte Bianco, Cervino e Monte Rosa. Con il collega svizzero Andreas Steindl (CH), ha realizzato il record di concatenamento delle 4 creste del Cervino (Hörnli, Furgen, Zmutt e Leone) in 16 ore e 4 minuti ottenuto il 12 settembre 2018 migliorando di ben 7 ore il record precedente del ’92 di Hans Kammerlander e Diego Wellig di 23 ore.

Solo una settimana dopo, il 21 settembre 2018, Cazzanelli si è reso protagonista, con Emrik Favre e Francesco Ratti, dell’apertura di una nuova via di roccia che risale direttamente nella parte più ripida dello scudo della parete sud del Cervino e per questo battezzata “Diretta allo Scudo”: che presenta 10 lunghezze, circa 350mt, con una difficoltà massima stimata fino al 7A / 7A+. La “Diretta allo Scudo” fortemente voluta da François Cazzanelli e Roberto Ferraris, risolve uno degli ultimi “problemi” del Cervino.

Dal 2009 al 2011 François Cazzanelli ha fatto parte della Nazionale Italiana di sci alpinismo e attualmente continua a gareggiare nelle più importanti competizioni internazionali di lunga distanza. Nel 2019, Cazzanelli ha disegnato il tracciato di gara del Trofeo Mezzalama Jeunes assieme a Emrik Favre.

Dal 2012 è membro della Società Guide Del Cervino. Dal settembre 2011 al 2016 ha fatto parte della “Sezione Militare di Alta Montagna del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur”.

Ha partecipato a dodici spedizioni extraeuropee dall’Himalaya alla China fino alla Patagonia Argentina. L’ultima in ordine cronologico, lo ha visto raggiungere nel gennaio del 2019 la vetta del Monte Vinson in Antartide. Mentre nella primavera del 2018, è stato protagonista in Nepal di due salite, la prima in qualità di guida alpina verso la vetta dell’Everest (con l’uso dell’ossigeno per garantire la sicurezza del cliente); la seconda, di alpinista, raggiungendo la vetta del Lhotse, la quarta montagna più alta del mondo in cordata con Marco Camandona senza l’ausilio dell’ossigeno (unici italiani ad aver scalato il Lhotse nel 2018).

Francesco Ratti nasce vicino a Milano nel 1980 e coltiva fin da giovanissimo la sua passione per l’alpinismo sulle montagne intorno a Lecco, famose per l’arrampicata su roccia. L'arrampicata, l'alpinismo, e la volontà di voler vivere la montagna a 360° fanno sì che nel 2015 diventa Guida Alpina e membro della storica Società delle guide di montagna di Cervino. Vive a Valtournanche con la sua famiglia e si divide tra la professione di Guida Alpina ei suoi progetti di alpinista.

Stefano Stradelli, classe 1993. Vive da sempre ai piedi del Cervino e la montagna è sempre stata la sua passione. All’età di 3 anni ha iniziato a sciare con lo sci club, nel 2008 su consiglio del cugino François inizia a praticare lo sci alpinismo ottenendo importanti risultati (ex atleta nazionale) a livello internazionale. Da diversi anni si è avvicinato anche all’alpinismo. Per Stradelli questa è la prima spedizione internazionale.

Roger Bovard, classe 1995, è alla sua prima spedizione internazionale. Vive in Valgrisenche ed è aspirante Guida Alpina.

red. cro.

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