Sono gli uomini del Soccorso alpino della Guardia di finanza di Entreves, comandati dal maresciallo Delfino Viglione e coordinati dal pm Carlo Introvigne, incaricati di far luce sull'incidente che ha causato la morte di Claudio Bredy, 54 anni, dirigente regionale già sindaco di Gignod.
Con ogni probabilità Bredy è morto sabato 26 agosto, giorno in cui dalla sua abitazione di Variney si era recato nella sua seconda casa in Valnontey, nella valle di Cogne. Da lì era andato in escursione solitaria lungo un sentiero che, con 200 metri di dislivello, consente di attraversare in due ore i boschi della Valnontey in una sorta di 'anello' che culmina nel Belvedere del Mont Tseuc, maggior punto panoramico.
Di Bredy non si sono più avute notizie dal tardo pomeriggio, quando è scattato l'allerta; dalla sera e per tutta la giornata di domenica oltre 50 operatori del soccorso con cani molecolari e un elicottero della Protezione civile hanno battuto soprattutto l'area del Mont Tseuc. La salma del valdostano è stata avvistata questa mattina, in fondo a un salto di roccia al di là della staccionata del Belvedere, dall'equipaggio dell'elicottero.
I primi riscontri sulla salma hanno evidenziato traumi probabilmente causati dalla caduta . Nessuno - in base a quanto emerso sinora - ha assistito all'incidente.
E' quasi certo che Bredy, escursionista esperto con abilità alpinistiche e buon conoscitore della zona, sia uscito dal sentiero: forse voleva rientrare a casa 'saltando' l'ultimo tratto di sentiero e scegliendo un percorso ripido e non tracciato.
Mentre si trovava sul bordo del salto di roccia potrebbe essere stato colto da un malore, oppure ha messo un piede in fallo, fatto sta che per i soccorritori è precipitato per circa 300 metri.
Ex sindaco di Gignod e dirigente della struttura Politiche regionali di sviluppo rurale dell'assessorato dell'Agricoltura e risorse naturali, Bredy era conosciuto e stimato in tutta la Valle per il suo impegno civile e politico, per le sue doti di amministratore e di tecnico agricolo.