La yazida Nadia Murad Basee Taha, fuggita dalle torture del Daesh e che ora si batte contro i genocidi, la brasiliana Regina Tchelly De Araujo Freitas, scappata dalla fame e che adesso dà da mangiare a tutta la favela con una cucina alternativa che ricicla i rifiuti alimentari e l'ivoriana Affoue Ahoutoue Brigitte Yoboue, emersa dalla povertà in cui il marito l’aveva abbandonata con i figli, creando impresa femminile, scuole e ospedali nei villaggi ai margini della savana sono le finaliste del Premio internazionale La Donna dell’Anno.
Le tre finaliste sono state selezionate dalla giuria del Premio tra 19 nomi proposti da enti e associazioni di tutto il mondo. Sabato 12 novembre, al Teatro Splendor di Aosta, riceveranno uno dei tre premi previsti dagli organizzatori: il primo premio “La Donna dell’Anno” del valore di 25mila euro, il Premio Popolarità di 15mila euro, e un terzo premio da 5mila euro, somme che dovranno essere spese interamente per la realizzazione o il completamento dei progetti umanitari e di pace per i quali le vincitrici sono state selezionate. (nella foto Regina Tchelly De Araujo Freitas)
Mentre i nomi della prima e della terza classificata saranno indicati dalla giuria nel corso della cerimonia, il Premio Popolarità sarà scelto dal pubblico del web di tutto il mondo a partire da lunedì 17 ottobre attraverso una consultazione on line (per votare: www.consiglio.vda.it/app/donnadellanno). Nel caso in cui dovesse coincidere con il Premio “La Donna dell’Anno”, il Premio Popolarità sarà assegnato alla seconda finalista più votata dal pubblico.
Inoltre, il Soroptimist International Club Valle d'Aosta ha attribuito il proprio riconoscimento di 2mila 500 euro a Eliana Levy per i suoi progetti finalizzati all'alleviamento della malnutrizione e più in generale al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni del Benin. (nella foto Affoue Ahoutoue Brigitte Yoboue)
Per Andrea Rosset, presidente del Consiglio Valle, promotore del Premio, “con questo riconoscimento il Consiglio Valle offre un sostegno concreto ai progetti di sviluppo e di pace di tre donne straordinarie lontane dai riflettori della cronaca, che ogni giorno, anche a rischio della vita, portano avanti il proprio impegno civile e sociale in un mondo spesso sommerso, silenzioso, eppure così vivo e ricco di emozioni.”