Domani la Corte d’Appello di Torino si riunirà per decidere in merito alla vicenda di Rachid Mesli, l’ attivista per i diritti umani, arrestato il 19 agosto dalla polizia italiana al traforo del Gran San Bernardo, su mandato di cattura internazionale per terrorismo disposto dalle autorità di Algeri. Sabato la Corte d'Appello di Torino ne aveva disposto la scarcerazione, sottoponendolo però all'obbligo di dimora ad Aosta sino all'udienza in calendario, appunto, domani 25 agosto.
"L'Algeria mi vuole arrestare solo per ragioni politiche, sono stato sorpreso di essere stato arrestato in Italia, pensavo di poter viaggiare nel vostro Paese, l'Italia è una democrazia, è uno stato di diritto". Così ha dichiarato all'ANSA l'avvocato algerino. “Tuttavia- ha aggiunto-ho fiducia nella giustizia italiana, i magistrati italiani sono competenti, indipendenti e non ho paura per la mia situazione in Italia. Posso aver paura di essere arrestato nelle dittature arabe, ma l'Italia è uno stato di diritto e ha una giustizia indipendente, per questo ho fiducia".
Mesli vive in Svizzera dal 2000 e ha il passaporto francese. In Algeria aveva difeso carcerati islamisti e, secondo Amnesty international, “se tornasse nel suo Paese rischierebbe di subire altre persecuzioni."