"Una moschea ad Aosta? Le ragioni del no e argomenti affini" è il tema di un incontro-dibattito organizzato per mercoledì 6 novembre alle ore 18 ad Aosta presso il café-librairie di piazza Roncas, dall’Associazione ?Aosta cristiana’. E’ annunciata la presenza della scrittrice Silvana De Mari presidente dell’Associazione Salviamo i Cristiani. L’associazione è impegnata per la salvaguardia dei valori non negoziali della sacralità della vita, della dignità della persona, della libertà di scelta d'espressione, educativa, religiosa di tutti, senza alcuna discriminazione, a partire dai cristiani proprio perché sono i più discriminati, perseguitati, oppressi e massacrati nel nostro mondo contemporaneo.
“L'Associazione – si legge nella presentazione - è comprensibilmente particolarmente attenta alla condizione dei cristiani, prendendo atto che attualmente circa 100 mila cristiani vengono uccisi ogni anno per il semplice fatto di essere cristiani. Si tratta di un'inaccettabile violazione del diritto civile di essere vivi, diritto sempre più spesso calpestato nei Paesi islamici ed in quelli comunisti”.
L'Associazione intende difendere il diritto fondamentale della libertà di scelta, a partire dalla scelta di salvaguardare la propria fede fino alla scelta di convertirsi ad altra religione. Al riguardo l'Associazione denuncia con fermezza le numerose conversioni forzate dei cristiani all'islam sotto la minaccia di perdere la vita, cui si aggiungono le giovani donne cristiane rapite e costrette a matrimoni forzati con uomini musulmani. In parallelo l'Associazione s'impegna a veder rispettato ovunque nel mondo, a cominciare dall'Europa, il diritto dei musulmani di convertirsi al cristianesimo senza essere automaticamente condannati a morte per apostasia.
L’associazione Salviamo i Cristiani, si batte non solo per i cristiani, ma per qualsiasi fede perseguitata, perché si batte per la libertà religiosa, per il diritto di essere cristiani, ebrei, buddisti, liberi pensatori o qualsiasi altra scelta la coscienza di una persona voglia fare. Compreso il diritto civile di poter portare un crocefisso al collo senza il rischio di essere uccisi, come normalmente succede in Pakistan o di essere licenziati come è già successo sul suolo europeo.













