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In Breve

| 03 aprile 2020, 10:30

Tra tanta angoscia e costernazione diffusa, le buone notizie di chi guarisce dal coronavirus

RESTIAMO IN CASA – Il commento comune di chi è uscito dalla tana del mostro è nessuno era preparato

Tra tanta angoscia e costernazione diffusa, le buone notizie di chi guarisce dal coronavirus

La gioia di 'esserne usciti', il sollievo quando il medico al telefono comunica che sì, anche il secondo tampone è negativo, il Coronavirus non c'è più. Anche in Valle d'Aosta si moltiplicano le guarigioni dal Covid-19; ieri erano 18 e il dottor Luca Montagnani, che coordina l'attività di emergenza sanitaria, per la prima volta è ottimista: "Il trend dei miglioramenti è incoraggiante e stanno calando i decessi, non abbiamo la guardia nemmeno per un secondo ma un po’(o’) di luce in fondo al tunnel si comincia a intravedere".

Infatti è tornata a vivere giorni più sereni una famiglia di Saint-Christophe colpita tre settimane fa dal virus. Un incubo vissuto da Marco Bovet, 57 anni, vigile del fuoco di Saint-Christophe, e dalla moglie Roberta Canu che già dai primi giorni di malattia hanno avuto febbre alta e tosse, così come il padre di Bovet, ricoverato subito in Rianimazione; solo il figlio 26enne della coppia non è rimasto infettato (contagiato). Giorni di angoscia e sofferenza, poi la telefonata del medico: tamponi negativi per Marco Bovet e anche la moglie è in via di guarigione. Il padre di Marco invece non ce l'ha fatta, è morto il 23 marzo in ospedale (abbiamo la foto ho pubblicato un articolo e aggiundi un cemmento del capogruppo). La famiglia ora s'interroga per capire come sia avvenuto il contagio, ma sono solo ipotesi; resta il ricordo indelebile dei 22 giorni di isolamento, iniziato il 9 marzo, della paura e del dolore per la scomparsa dell'anziano di casa. Adesso c'è solo voglia di ricominciare, di uscire a pranzo e di poter salutare degnamente il papà di Marco, almeno con una Messa.

Il mostro ha colpito tutti; anche i medici. “Eravamo impreparati a tutto questo” ha spiegato all’Ansa Raffaella De Cristofaro, medico di famiglia di 65 anni residente a Saint-Christophe, rimasta contagiata ai primi di marzo così come alcuni suoi colleghi di studio, guariti dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale e con lo spettro della rianimazione schivato solo per la tempestività di diagnosi. Per De Cristofaro lunedì scorso è arrivato l'esito negativo del primo tampone e ora può attendere il secondo senza obbligo di isolamento. Da casa, ha ripreso a comunicare con i suoi pazienti e lavora da remoto con il pc, in supporto all'ambulatorio rimasto 'decimato' dal Covid-19. In quarantena ha trascorso giorni a pensare a quanto tutti fossimo impreparati e con poca competenza rispetto al coronavirus.

Festeggia, anche se per ora solo tra le mura di casa, il 74enne agente immobiliare di Champoluc Piero Vicquéry, che mercoledì ha ricevuto la conferma della negatività del secondo tampone. Per ora detiene il positivo record di essere il paziente valdostano più anziano tra i guariti: "Sono stati giorni orribili, ora è davvero bello essere qui a raccontarlo  - ha detto Vicquéry agli amici che in questi giorni lo hanno tempestato di telefonate - anche per dare un po' di speranza e un po' di ottimismo a tutta la comunità valdostana".  Ai primi di marzo l'immobiliarista aveva avuto un contatto diretto con un cliente piemontese; nei giorni seguenti aveva cercato di ricontattarlo, ma inutilmente. Fu lui a telefonargli avvertendolo che era stato ricoverato a Biella perché contagiato dal coronavirus. Preoccupato, Vicquéry ha chiamato il 112 e ha fatto il tampone; dopo quattro giorni il medico lo ha chiamato per dirgli che era positivo.

red. cro.

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