INTEGRAZIONE E SOLIDARIETÀ - 18 marzo 2020, 14:04

LETTERA DI UNA LETTRICE: PER SCONFIGGERE IL CORONAVIRUS CI VUOLE CUORE

LETTERA DI UNA LETTRICE: PER SCONFIGGERE IL CORONAVIRUS CI VUOLE CUORE

Caro coronavirus ti sto odiando.

"Che novità" penserai tu. Ebbene sì, hai ragione, sono scontata. Ti sto odiando esattamente come lo sta facendo il 99,9% della popolazione mondiale. Stai spopolando in vetta alla classifica delle rotture di palle più rotture di palle che qualsiasi essere umano possa redigere . E credo che su questo punto nessuno abbia qualcosa da obiettare.

Oggi però mi lasci un po' di amaro in bocca, un bel po'. Sarà quello che non mi fa dormire. Oltre ai mille motivi che tutti ben conosciamo, oggi ti odio in modo particolare per avermi sbattuto in faccia l'egoismo, l'ipocrisia, la cattiveria e la meschinità nella quale purtroppo vivo.

Sono una ragazza di base molto positiva e solare ma alquanto disillusa .Oggi sono andata a fare la spesa: che gran conquista in tempo di quarantena!! Splendeva pure il sole, "sarà una figata di giornata" ho pensato. E invece no!

E invece non appena varcata la soglia del supermercato l'ho sentita nell'aria quella puzza li. Quella puzza di paura. Prima di pensare alla mia pancia mi sono guardata intorno ed ho immediatamente notato dei coloratissimi tulipani riposti in modo ordinato e preciso che mi hanno regalato un sorriso.

Spinta da quell'ondata di positività e da una bella dose di ingenuità che da sempre mi appartiene, ho tentato di incrociare lo sguardo di qualche persona che frettolosamente e avidamente buttava i viveri nel carrello; "gli servirà davvero tutta quella roba?" ho anche pensato guardando il carrello strabordante di un signore accanto a me. Inutile dire che le mie aspettative sono state deluse. Ma di gran lunga.

Oggi ho toccato con mano quanto le persone siano spaventate, smarrite, spaesate. "Poveri noi" ho pensato. Ma quel senso di "pietà" ha presto ceduto il passo alla rabbia, all'incredulità, al disappunto, all'amarezza.

Un signore anziano con in mano la sua busta camminava tra gli scaffali con la stessa aria smarrita e impaurita che caratterizzava tutti i compratori. La mia attenzione però si è focalizzata proprio su di lui.

Lui che aveva ancora il sacchetto mezzo vuoto ma il cuore pieno di voglia di inciampare, come me, in un sorriso gentile, in due occhi rassicuranti , in un gesto benevolo. Aveva la mascherina per proteggersi ma so per certo che insieme alla spesa, era lì per portarsi a casa una bella dose di positività e un po' di coraggio per affrontare questa situazione surreale.

Ho immaginato quale potesse essere la sua vita.. Avrà dei figli? Dei nipoti? Una moglie? Oppure vive solo? A giudicare dal suo bisogno di contatto umano penso proprio che l'ultima domanda sia la risposta corretta.

Camminava con fare incerto, rasentando gli scaffali come se volesse dare il meno fastidio possibile. La gente sfrecciava accanto a lui disinteressata, fredda e l'unico sguardo che gli lanciava non era quello che lui si aspettava. Erano sguardi seccati di gente frustrata che deve prendere proprio quel pacco di biscotti dietro a lui. Un paio di persone lo hanno attraversato con lo sguardo, come se fosse invisibile.

L'anziano ha questa volta abbassato lo sguardo e rassegnato a continuato le sue piccole compere.

Ma noi davvero siamo questo? Siamo quelli che alle 18 escono sui terrazzi, pugno sul petto e telefono in mano, pronti a cantare a squarciagola l'inno d'Italia? O a farci l'applauso? Ma solo io le noto queste cose?

Credetemi, qua dobbiamo ridimensionare il tutto. Regalate un sorriso all'anziano che a fare la spesa ha paura, non vi costa nulla.

Siate un pochino più umani e meno finti, meno costruiti. Un giorno lo stesso sorriso sconosciuto potrebbe essere d'aiuto a voi. CI VUOLE CUORE.

Cara Lettrice grazie per la bella lezione da tutta la redazione. pi.mi.

Dalla Comba Freida

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