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FEDE E RELIGIONI | 28 febbraio 2020, 09:00

PAPA: Le amarezze nella vita del prete

PAPA: Le amarezze nella vita del prete

«Per via di una lieve indisposizione» — come ha informato il direttore della Sala stampa della Santa Sede — Papa Francesco non si è recato in Laterano per la liturgia penitenziale con il clero romano, in programma nella mattina di giovedì 27 febbraio, e «ha preferito restare negli ambienti vicini a Santa Marta». Il discorso preparato dal Pontefice è stato letto dal cardinale vicario Angelo De Donatis durante il rito nella basilica di San Giovanni.

La riflessione del Papa, dedicata al tema «Le amarezze nella vita del prete», si è focalizzata su tre aspetti della missione del presbitero. Francesco è partito anzitutto dal «rapporto con Dio», osservando che spesso i sacerdoti si sentono «scontenti e un po’ frustrati» quando le aspettative nutrite il giorno dell’ordinazione non sembrano avverarsi.

Per il Pontefice occorre saper distinguere tra «aspettativa e speranza», tenendo conto che quest’ultima «si regge su un’alleanza: Dio mi ha parlato e mi ha promesso nel giorno dell’ordinazione che la mia sarà una vita piena, con la pienezza e il sapore delle Beatitudini».Una seconda dimensione approfondita nella meditazione è stata quella del rapporto tra il prete e il vescovo. In proposito Francesco ha deplorato «una certa deriva autoritaria soft», per cui «non si accettano quelli tra di noi che la pensano diversamente» e la parresia finisce spesso «sepolta dalla frenesia di imporre progetti».

Da qui l’invito ad abbandonare la pretesa «che la comunione sia esclusivamente unidirezionale» e ad affrontare le questioni importanti «con prudenza ed equità», tenendo conto «dell’opinione di tutti, senza fare preferenze». La tentazione da evitare è quella di circondarsi solo di chi è considerato “vicino” alle proprie idee: in questo modo, infatti, «la reale competenza viene soppiantata da una certa lealtà presunta, senza più distinguere tra chi compiace e chi consiglia in maniera disinteressata».

Infine, parlando del rapporto tra gli stessi sacerdoti, il Pontefice ha ricordato con amarezza gli «scandali finanziari e sessuali» che «hanno reso tutti più guardinghi e meno disposti a stringere legami significativi, soprattutto in ordine alla condivisione della fede». Il rischio è quello dell’isolamento, che allontana dalla forza della grazia, chiude il cuore al futuro e rende incapaci di «instaurare relazioni significative di fiducia e di condivisione evangelica».

Il rimedio è cercare di recuperare «il sentimento profondo della comunione», che «si ha solamente quando, personalmente, prendo coscienza del “noi” che sono, sono stato e sarò».

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