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In Breve

| 24 febbraio 2020, 14:40

BUONI PASTO, FIPE PLAUDE AL MODELLO DEL TRENTINO: “SI SCAVALCA LA CONSIP PER DARE PIÙ GARANZIE A BAR E RISTORANTI. AVANTI COSÌ”

Roberto Calugi, Direttore Generale di Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi

Roberto Calugi, Direttore Generale di Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi

“Niente servizio di buoni pasto se i ribassi di gara vengono scaricati sulla pelle dei ristoratori. Questo è il principio che abbiamo sempre sostenuto e che ora anche alcune realtà locali stanno applicando. A cominciare dalla Provincia di Trento che recentemente ha deciso di gestire in proprio la gara da 55 milioni di euro per il servizio di erogazione dei buoni pasto per i suoi dipendenti, senza appoggiarsi a Consip.

In questo modo ha potuto sospendere le assegnazioni appena si è resa conto che le prime due classificate avevano proposto contratti di convenzio - namento irregolari per ammortizzare le loro offerte ribassate del 10% e del 7,7% circa. Contratti che avrebbero danneggiato i pubblici esercizi. È la prova che, se si vuole operare nell'interesse generale, il modo di farlo esiste”. Così Roberto Calugi, Direttore Generale di Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi.

“Consip - conclude il Direttore -si ostina a non voler capire che un altro modello è possibile, nonostante quello adottato fino a questo momento abbia portato al disastro di Qui!Group, che ha scaricato 200 milioni di euro di suoi debiti sulle spalle dei ristoratori e delle imprese di distribuzione. Ecco perché il nostro interlocutore, per risolvere la questione in maniera definitiva, non è Consip ma il Governo, cui chiediamo di garantire il valore nominale dei buoni pasto lungo tutta la filiera”.

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