Se il Sindaco non ha tempo per amministrare la città rassegni subito le dimissioni! Apprendiamo dagli organi di informazione che il Sindaco - per fortuna ancora per poco - Centoz non ha tempo per leggere i «milioni di atti» che, a suo dire, uscirebbero dal suo Comune senza la sua preziosa supervisione.
Atti che, a suo dire, avrebbero così provocato gli abusi oggetto dell’attenzione della Commissione di accesso ispettivo antimafia. Non ha tempo per leggere atti importanti del Comune che amministra, ma ne ha invece moltissimo per inondare i media e i social di interviste e pareri personali.
Ci teniamo a fare puntualizzare alcune questioni inerenti lo storico locale di piazza Chanoux. Dal 1990 il Caffè Nazionale non è mai stato affidato in gestione in seguito a procedura a evidenza pubblica, ma sempre e comunque con affidi diretti e proroghe. Appare allora perciò quantomeno singolare che l’attuale gestore abbia «rifiutato», lui, un’ulteriore proroga di sei mesi della gestione, stante la manifesta incapacità - o totale mancanza di volontà - del Comune di agire secondo quanto previsto dalla legge e dal buon senso.
Il risultato? Dopo il Giacosa e il Bar du Théâtre, anche il Caffè Nazionale rimarrà a porte chiuse, contribuendo a desertificare i portici comunali e a impoverire le casse pubbliche. La spaventosa gestione del patrimonio comunale da parte della rovinosa coppia Centoz-Marzi si arricchisce così dell’ennesimo episodio di malamministrazione.
Sempre tra «i milioni di atti» sfuggiti all’attenzione del quasi ex primo cittadino, è necessario ricordare che la flebile difesa di Centoz a supporto della consegna dei mobili del Comune da parte del solerte ex assessore Sorbara fa acqua da tutte le parti. Il fatto che la donazione al Comune di San Giorgio da parte di Sorbara sia avvenuta senza che vi fosse un provvedimento di radiazione dall’inventario dei beni del Comune di Aosta, è noto a Centoz da quando è stato sollevato in aula dal gruppo consiliare della Lega nel 2016.
Peraltro che quell’azione fosse molto sospetta lo confermano le intercettazioni pubblicate dai numerosi organi di informazione, così come dalla Commissione d’accesso antimafia.
Troviamo perciò strano non solo il fatto che al Sindaco non sia «scattato nessun campanello d’allarme», ma che quell’atto fondamentale per la donazione dei beni non sia, ad oggi, ancora stato emanato.
Infine, tra i milioni di atti che sfuggono all’attenzione del Sindaco speriamo di non dover contare anche le prossime determinazioni del Consiglio dei Ministri sul futuro di Aosta e quello senz’altro più importante, che lo invitiamo fin da ora a firmare: le sue dimissioni.