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EVENTI E APPUNTAMENTI | 07 ottobre 2019, 17:00

Come risollevare l’Italia: la ricetta di Alan Friedman

L’appuntamento, organizzato dalla Commissione di gestione della Biblioteca M. Capra di Pont-Saint Martin, giovredì 24 ottobre a villa Michetti

Il giornalista Alan Friedman

Il giornalista Alan Friedman

Capire dove sta andando il nostro paese e quale futuro dobbiamo aspettarci oltre ogni retorica e in modo chiaro e semplice con la solita franchezza del giornalista economico Alan Friedman. L’appuntamento, organizzato dalla Commissione di gestione della Biblioteca M. Capra di Pont-Saint Martin e l’Amministrazione comunale organizzano, in collaborazione con Mondadori Ivrea e nell’ambito della rassegna Quattro chiacchiere in biblioteca, è giovedì 24 ottobre alle 21.00 al Centre culturel di Villa Michetti.

Alan Friedman, autore del volume “Questa non è l’Italia”, aiuterà a capire cosa è successo al nostro paese e come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto. Alla ricerca di una ricetta giusta che permetta di ricreare crescita e lavoro, ma anche per capire che sta succedendo nella politica italiana in pratica una bussola per guidarci nel mare burrascoso italiano.

Questa non è l’Italia rivela le storie segrete e le verità shock dietro alle turbolenze del passato governo; affronta di petto le spinose tematiche dell’euro, del debito pubblico e dei conti italiani; spiega con numeri e cifre l'impatto sull’economia dell’instabilità politica nazionale; dipinge un quadro ricco di dettagli su personalità come quelle di Mario Draghi, Jean-Claude Trichet, Paolo Savona e Steve Bannon. Dice la verità sull’immigrazione e, in campo economico, fornisce al governo giallorosso una lunga lista di cose da disfare. 

Le quattro chiacchiere con Alan Friedman saranno coordinate da Ornella Badery e dal libraio Davide Gamba. Alan Friedman è un giornalista esperto di economia e politica, conduttore televisivo e scrittore statunitense. All’inizio della carriera fu un giovanissimo collaboratore dell’amministrazione del presidente Jimmy Carter, poi è stato per lunghi anni corrispondente del «Financial Times», in seguito inviato dell’«International Herald Tribune» e editorialista del «Wall Street Journal».

a. b.

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