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ECONOMIA | 24 settembre 2019, 17:00

Assicurazione casalinghe il premio aumenta da 12.91 a 24.00 euro

Entro il 15 Ottobre 2019 gli assicurati Inail contro gli infortuni domestici devono effettuare il pagamento dell’integrazione di 11.09 euro, che allinea ai 24.00 euro fissati dalla legge di bilancio 2019 l’importo annuale della polizza

Assicurazione casalinghe il premio aumenta da 12.91 a 24.00 euro

Ora i parametri sono stati cambiati leggermente in meglio, aumentando però i costi.

Chi non ha effettuato il versamento di 12.91 euro, pur avendo i requisiti previsti dalla normativa, è tenuto a pagare i 24.00 euro del premio annuale in un’unica soluzione nel più breve tempo possibile.

In questo caso, infatti, la copertura assicurativa si attiva solo a partire dal giorno successivo al pagamento.

L’assicurazione contro gli infortuni in casa, volgarmente detta “assicurazione delle casalinghe”, perché rappresentano il 99% della platea, raddoppia.   La mini-polizza da 12.91 € all’anno è rivolta a chiunque, dai 18 ai 65 anni (modificato in 67 anni), si occupa in via esclusiva e gratuita della cura della casa e della famiglia e in teoria è obbligatoria, anche se nessuno ha mai preteso il pagamento di sanzioni e la platea di chi la paga è minima!.  

Questa assicurazione viene considerata da molti una tassa odiosa perché colpisce chi non lavora, non considerando che quello della casalinga non sia un lavoro, ma perché le casalinghe non vengono certamente retribuite per le loro mansioni e quindi non hanno un reddito!.

L’assicurazione INAIL per chi lavora in casa dovrebbe servire a coprire le spese mediche sostenute dallo Stato in caso di infortunio, è una sorta di tassa nata da una legge la 493/1999, che ha iniziato a decorrere dal 2001.   Proprio tra le mura domestiche si annidano i maggiori pericoli che, tra cadute, ferite, scottature, scivoloni e soffocamenti, ogni anno causano oltre 2 milioni 800 mila incidenti.

Un vero problema sanitario e sociale a cui lo Stato italiano nel marzo 2001, dopo 5 anni di rodaggio, ha cercato di dare una soluzione, istituendo presso l’Inail una polizza obbligatoria contro gli infortuni domestici per le donne e gli uomini tra i 18 e i 65 anni (oggi 67) che “impiegano in casa le proprie energie in maniera abituale, esclusiva e gratuita”.

L’obbligo di assicurazione  è esteso anche a studenti e pensionati che “svolgono in via non occasionale, gratuitamente e senza vincolo di subordinazione, lavoro finalizzato alle cure della propria famiglia e dell’ambiente in cui si dimora”. Una mossa che comunque ha dato pochi frutti, perché la cosiddetta “polizza per le casalinghe”, è evasa da circa un quinto degli obbligati.

Le sottoscrizioni  anno dopo anno, sono andate sempre più in picchiata: si è passati, infatti, da 2.697.989 iscrizioni del 31 dicembre 2005, a 2.161.214 nel 2008, a 1.878.843 del 2010, scendendo ancora a 1.596.802 del 2012, per toccare quota 1.249.304 a fine 2014 (con gli uomini in netta minoranza circa 12.500 .   C’è da dire che anche se si tratta di un piccolo importo, la somma viene chiesta in cambio di molto poco. Questa sorta di assicurazione grandi rischi tutela, infatti, solo i danni causati dagli incidenti domestici di una certa gravità.

La restrizione ha fatto sì che nel corso degli anni siano state erogate solo mille rendite. In particolare, su 716 denunce arrivate nel 2014, di cui 8 per eventi con esiti mortali, sono state erogate 87 nuove rendite. E più entrate con quasi nessuna uscita a fine 2014 hanno generato all’Inail un residuo attivo di 5 milioni di euro. Oggi si parla di cifre ben più considerevoli !!   Per avere diritto all’eventuale indennità, bisogna dimostrare di essersi fatti male svolgendo un lavoro domestico, perché qualunque altra situazione non strettamente legata alle faccende di casa non viene presa in considerazione.

Sarà per questo motivo che il passato governo ha raddoppiato l’importo dai 12,91 euro attuali a 24 euro annui. In cambio aumentano leggermente le prestazioni: l’invalidità minima per ottenere la rendita scende al 6% e, dal 6 al 15, arriverà una piccola una tantum da 300 euro. Il 6% corrisponde, per fare un esempio alla ridotta capacità di due dita della mano o a una leggera zoppia, aumenta anche l’età massima dei cittadini tenuti a versare il premio, che arriva a 67 anni. 

bruno albertinelli

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