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FEDE E RELIGIONI | 22 luglio 2019, 09:30

Pace senza armi nucleari

Pace senza armi nucleari

Un appello a «costruire la pace partecipando pienamente allo sviluppo integrale di tutti, chiedendo l’abolizione delle armi nucleari» è stato lanciato dai vescovi giapponesi in un messaggio pubblicato a pochi giorni della commemorazione dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, avvenuti nell’estate del 1945. Ogni anno, tra il 6 e il 15 agosto, la Chiesa cattolica in Giappone celebra i dieci giorni della pace in ricordo delle vittime degli atroci eventi. Un’iniziativa nata dopo l’appello alla riconciliazione lanciato da Giovanni Paolo II proprio a Hiroshima, il 25 febbraio 1981.

Nel loro messaggio i presuli giapponesi sottolineano l’impegno globale di Papa Francesco sul versante della pace e della riconciliazione tra i popoli. Dalla sua elezione, ricordano, il Pontefice è più volte intervenuto «sulla pace e sull’abolizione delle armi nucleari».

In particolare, nel marzo del 2017, pochi mesi prima dall’adozione di uno storico trattato sul divieto delle armi nucleari da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Santo Padre aveva consegnato un messaggio all’Onu, segnalando che questioni come il terrorismo, i conflitti tra soggetti con diversa potenza militare, questioni ambientali e di povertà «si intrecciano in modo complesso, minacciando la pace e la sicurezza del mondo moderno».«Tuttavia — ribadiscono i vescovi nipponici — le minacce nucleari non possono rispondere efficacemente a tali problemi.

La stabilità basata sulla paura aumenta semplicemente la paura e compromette la fiducia nelle relazioni tra le nazioni. In tal caso, dobbiamo chiederci come può essere mantenuta la stabilità». I presuli citano poi di nuovo il testo del Papa, che indicava che «la pace e la stabilità internazionali non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere».Auspicando che Papa Francesco possa visitare il paese asiatico, l’episcopato nipponico sottolinea l’importanza che il Pontefice «invii un nuovo messaggio di pace al mondo».

I vescovi giapponesi ricordano anche che la Santa Sede è stato uno dei primi tre paesi a ratificare il trattato sulla proibizione delle armi nucleari adottato dall’Onu il 7 luglio 2017, il primo trattato internazionale legalmente vincolante per la completa proibizione delle armi nucleari, rendendole illegali, in un percorso verso la loro completa eliminazione. Non dimenticano, inoltre, che si è svolto in Vaticano un convegno sulle «prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale», il 10 novembre 2017.

In quell’occasione, Papa Francesco ribadiva che «le armi di distruzione di massa, in particolare quelle atomiche, altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve invece ispirarsi ad un’etica di solidarietà».

«Con Papa Francesco — concludono i vescovi giapponesi nel loro messaggio — preghiamo con tutto il cuore il Dio della pace affinché possiamo costruire la pace partecipando profondamente allo sviluppo integrale di tutti mentre cerchiamo la realizzazione dell’abolizione delle armi nucleari. Iniziamo questo compito facendo tutto il possibile».

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