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Il rosso e il nero | 04 luglio 2019, 09:30

LA SANITA' DEL RANCORE 1

LA SANITA' DEL RANCORE 1

Il titolo è desunto dai commenti al Rapporto RBM/Censis presentato a Roma lo scorso giugno sulla sanità in Italia. Perché rancore? Perché il rapporto evidenzia la situazione sempre e maledettamente critica per le liste di attesa (e ne sappiamo qualcosa anche in Valle d'Aosta) per visite specialistiche e accertamenti diagnostici da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Ed è questo che genera rabbia e rancore nel cittadino.

In Italia servono 128 giorni per una visita endocrinologica, 97 per una mammografia, 75 per una colonscopia, 65 per una visita oncologica. E' per questo che 19,6 milioni di italiani pagano di tasca propria, rivolgendosi al privato, per ottenere prestazioni essenziali prescritte dal medico, prestazioni che la sanità pubblica non è in grado di soddisfare in tempi decenti. Si mettono così le mani in tasca ai cittadini insoddisfatti e la spesa sanitaria privata sale nel 2018 a 37,3 miliardi di euro (+7,2% rispetto al 2014, mentre la spesa per la sanità pubblica scende dello 0,3%).

Nel Nord Ovest il 22,6% dei cittadini per far fronte ai tempi lunghi del settore pubblico si rivolge  al settore privato. La spesa media  del ricorso alla sanità privata sale così a 1472 euro per ogni famiglia.E la necessità di pagare di tasca propria cresce anche in base allo stato di salute (per i malati cronici la spesa sanitaria privata è in media del 50% più elevata di quella ordinaria, mentre per i non autosufficienti si arriva anche a tre volte tanto).

Tutto ciò, secondo il Rapporto, suggerisce di "affidare in gestione le cure acquistate dai cittadini al di fuori del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) attraverso un secondo pilastro sanitario aperto".

Si tratta, in parole povere, di garantire a tutti la possibilità di aderire alla sanità integrativa. Una sorta di welfare sanitario di cittadinanza, una previdenza sanitaria complementare, così come si è fatto per le pensioni integrative.

Come? E' quanto ci ripromettiamo di cercare di chiarire nel prossimo servizio su Valledaostaglocal.

Romano Dell'Aquila

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