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FEDE E RELIGIONI | 20 giugno 2019, 09:30

PAPA: Tutti capiscono il linguaggio della verità e dell’amore

PAPA: Tutti capiscono il linguaggio della verità e dell’amore

C’è una «lingua universale» che «capiscono tutti», persino «gli analfabeti»: è «il linguaggio della verità e dell’amore» di cui ha parlato Papa Francesco mercoledì mattina, 19 giugno, all’udienza generale in piazza San Pietro.Proseguendo le catechesi sugli Atti degli apostoli il Pontefice si è soffermato sul racconto della Pentecoste (2, 1-4) in cui nell’immagine delle “lingue come di fuoco” si riflette la “dynamis dello Spirito che infiamma la parola umana e la rende vangelo”.

Perché, ha spiegato il Papa, «se tu vai con la verità del tuo cuore, con la sincerità, e vai con amore, tutti ti capiranno. Anche se non puoi parlare, ma con una carezza, che sia veritiera e amorevole».All’inizio della riflessione Francesco ha preso spunto dal brano del nuovo Testamento che descrive i discepoli riuniti in preghiera, per sottolineare anzitutto come quest’ultima sia «il “polmone” che dà respiro ai discepoli di tutti i tempi»; infatti — ha spiegato — «senza preghiera non si può essere discepolo di Gesù».

Di più: «senza preghiera noi non possiamo essere cristiani! È l’aria, è il polmone della vita cristiana». Quindi il Papa si è concentrato sui due elementi naturali cui rimanda la narrazione: l’irruzione «di un vento, che ricorda la ruah, il soffio primordiale»; e il fuoco «che richiama il roveto ardente e il Sinai col dono delle dieci parole». Dunque, ha osservato Francesco, «la Chiesa nasce dal fuoco dell’amore e da un “incendio” che divampa a Pentecoste e che manifesta la forza della Parola del Risorto intrisa di Spirito Santo».

Al punto che «l’Alleanza nuova e definitiva è fondata non più su una legge scritta su tavole di pietra, ma sull’azione dello Spirito di Dio che si incide in cuori di carne». Di conseguenza, impregnata «dello Spirito del Risorto», la «parola degli Apostoli diventa una parola nuova, diversa, che però si può comprendere, quasi fosse tradotta simultaneamente in tutte le lingue».Inoltre, ha proseguito il Pontefice, lo Spirito Santo è artefice di comunione, «è l’artista della riconciliazione che sa rimuovere le barriere tra giudei e greci, tra schiavi e liberi, per farne un solo corpo», edificando così «la comunità dei credenti».

Perché, ha chiarito Francesco, è lo Spirito che «fa crescere la Chiesa aiutandola ad andare al di là dei limiti umani, dei peccati e di qualsiasi scandalo».Da qui l’esortazione conclusiva del Papa: «Chiediamo al Signore di farci sperimentare una nuova Pentecoste, che dilati i nostri cuori e sintonizzi i nostri sentimenti con quelli di Cristo, così che annunciamo senza vergogna la sua parola trasformante e testimoniamo la potenza dell’amore».

Al termine dell’udienza, nei consueti saluti ai gruppi di fedeli presenti, il Papa ha parlato tra l’altro della festa del Corpus Domini, con il suo «invito a dare un posto centrale all’Eucaristia nella vostra vita. È l’Eucaristia che ci fa vivere la vita di Cristo e fa la Chiesa», ha detto in proposito.

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