/ FEDE E RELIGIONI

FEDE E RELIGIONI | 26 aprile 2019, 09:30

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO, MONS. CESARE NOSIGLIA, ALLA S. MESSA IN SUFFRAGIO DELLE VITTIME DELL’ATTENTATO AI CRISTIANI IN SRI LANKA

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO, MONS. CESARE NOSIGLIA, ALLA S. MESSA IN SUFFRAGIO DELLE VITTIME DELL’ATTENTATO AI CRISTIANI IN SRI LANKA

“Pace a voi”. Gesù apparendo ai suoi discepoli consegna loro
la sua pace e li invita a portare a tutti i popoli questo dono pasquale.
È un messaggio che è in aperta condanna e rifiuto di quanto è accaduto
proprio il giorno di Pasqua nello Sri Lanka, con l’uccisione barbara e inumana
di persone innocenti, famiglie, bambini e anziani, giovani
e fedeli delle comunità cristiane di questo Paese.

Ma è anche un messaggio di grande speranza che ci indica la via
per far fronte a queste tragedie che si ripetono nel mondo
contro i cristiani perseguitati solo perché professano la loro fede
che è fondata sulla pace e sull’amore fraterno.

Noi siamo certi che il bene alla fine vincerà il male,
anche se sembra che questo sia più organizzato
e capace di colpire pesantemente chi opera per il bene di tutti.
Fin dall’inizio del cristianesimo, una scia di sangue dei martiri
ha segnato il cammino delle comunità ma questo
non è servito  a fermare l’ondata positiva di conversione da parte di tanti che,
proprio di fronte a questi fatti distruttivi, hanno aderito alla fede in Cristo.
Tertulliano, scrittore latino del primo secolo, affermava al riguardo:
«Il sangue dei martiri è seme dei cristiani» (Tertulliano, Apologeticum 50, 13).

Del resto questo capita anche sul piano civile:
mai le barbare uccisioni di persone innocenti
hanno potuto fermare il messaggio di pace, di giustizia e di libertà
proposto e diffuso nel cuore del popolo fino a pagare di persona
il prezzo più alto della morte violenta e omicida.

Niente e nessuno può combattere infatti contro Dio e illudersi di vincerlo.
Se una fede o un valore civile viene da Lui, principio e fonte primo
della giustizia e dell’amore, non sarà mai sconfitto
e risorgerà come è risorto Cristo dalla morte
e ora vive per sempre nella gloria del Padre.

Di tutto ciò, afferma ancora Gesù, voi siete testimoni.
La Pasqua del Signore è un fascio di luce che sconvolge le tenebre del peccato,
di ogni male che esiste e si fa nel mondo e ne rivela l’impotenza.

Solo Gesù ha la pienezza della luce, noi l’abbiamo riflessa
come quella della luna nei confronti del sole.
Noi cristiani non siamo dunque la luce
ma la dobbiamo trasmettere a tutti con il nostro esempio di vita.
Dobbiamo essere come san Giovanni Battista
che con le sue opere annunciava la venuta del Signore
e lo annunciava vivo e presente nel mondo,
apriva dunque la strada per andare verso Cristo
e per lasciarsi illuminare dalla sua luce di verità e di vita.
Sì, malgrado le nostre debolezze e peccati la nostra testimonianza
 risulterà efficace se sarà incentrata su Cristo e sul suo Vangelo
accolto e vissuto con coerenza.

Tutto ciò non ci esime dal soffrire per il Vangelo come ha sofferto Gesù,
dall’essere rifiutati e anche perseguitati e uccisi come è successo a Gesù.
Allora, ci dice il Signore,
«rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»
(Mt 5,12).

---> Nell’episodio tragico della domenica di Pasqua si attua quanto ci
ricorda la Lettera a Diogneto del primo secolo:
«I cristiani amano tutti e da tutti sono perseguitati,
non sono conosciuti e vengono condannati,
sono uccisi e riprendono a vivere. Sono poveri e fanno ricchi molti;
mancano di tutto e di tutto abbondano perché si accontentano del poco.
Sono disprezzati e lodano Dio perché quella è la loro gloria,
sono ingiuriati e oltraggiati e benedicono i loro denigratori,
sono barbaramente uccisi e perdonano i loro carnefici,
facendo del bene vengono trattati come malfattori,
condannati gioiscono come se ricevessero la vita.
E coloro che li odiano e perseguitano non sanno dire il motivo di tale odio.
Malgrado tutto ciò schiacciati e uccisi, ogni giorno si moltiplicano».
Sì, come è l’anima nel corpo così nel mondo sono i cristiani.

Si rinnova anche oggi nel mondo questa stessa situazione
per cui la religione più perseguitata è proprio quella cristiana.

Potremo dire dunque che non c’è niente di nuovo sotto il sole,
ma in realtà appare sorprendente che dopo oltre duemila anni
che i cristiani predicano e vivono l’amore più grande
che è quello di dare persino la vita per il proprio prossimo,
debbano subire tali ingiuste condanne.
----> Ma ancora è più sorprendente che in un mondo
sempre più aperto allo scambio di culture e di comunicazione
tra le più avanzate, sempre più proteso a promuovere un’economia mondiale
e una maggiore consapevolezza  dei diritti umani
tra cui quello della libertà religiosa, continuano ad avere
un loro peso reclamizzato molti movimenti e direzioni politiche e sociali
che esaltano le differenze come contrapposizioni, chiusure e rifiuti
degli altri
che non sono del proprio paese, religione, cultura,censo…
Per non parlare poi del gap sempre più grande che esiste nel mondo
e anche nel nostro Paese tra chi sta bene e chi sta male,
tra chi ha lavoro e chi non ce l’ha, tra i ricchi sempre più ricchi
e i poveri sempre più poveri.

---> Richiamo a questo punto un passo del recente documento sulla
fratellanza sottoscritto da Papa Francesco e il Grande Iman degli
Emirati arabi.
«L’intolleranza e l’estremismo religioso e nazionale
stanno producendo nel mondo una terza guerra mondiale a pezzi.
Queste tragedie sono spesso frutto della deviazione
degli insegnamenti religiosi, un uso politico della religione
per realizzare fini politici ed economici.
Per questo noi chiediamo a tutti
di cessare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio,
alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco
e di smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di terrorismo,
di oppressione. Lo chiediamo per la nostra comune fede in Dio
che non ha creato gli uomini per essere uccisi o per scontrarsi tra loro
e neppure per essere torturati o umiliati nella loro vita.
Dio onnipotente non ha bisogno di essere difeso da nessuno
e non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare la gente».

Cari amici oggi è la festa di san Marco evangelista
che ci riporta all’episodio della morte di Gesù in croce;
Lui innocente e giusto reso oggetto di violenze e soprusi di ogni genere
ma che, morendo in croce, apre il cuore e il cammino della fede
persino al centurione romano che lo ha crocifisso
e vedendolo morire in quel modo – dice il Vangelo –
fa la sua professione di fede: «Costui era veramente il Figlio di Dio»
(Mc 15,39).

Ecco, qui sta il motivo della nostra preghiera.
---> Chiediamo al Signore che accolga nel Suo regno i tanti cristiani
morti per la violenza omicida, aiuti i feriti e dia loro conforto e forza,
e sostenga i loro familiari che sono nel dolore più grande.
Preghiamo anche per tutta la Chiesa cattolica e le Chiese cristiane
che operano in questo Paese perché continuino a testimoniare l’amore
e il perdono, la solidarietà verso ogni persona che soffre e ogni povero
che ha bisogno di aiuto.
---> E preghiamo per lo Sri Lanka perché continui a promuovere
con l’apporto di tutti i suoi abitanti e l’aiuto anche della comunità
internazionale
la pace e la concordia reciproca tra le molteplici etnie, religioni e culture
di cui è ricco questo Paese.

+ Cesare Nosiglia
Arcivescovo metropolita di Torino>>

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore