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ECONOMIA | 15 marzo 2019, 09:33

La ripresa si è dimenticata del Comparto costruzioni

In dieci anni il nostro settore che, ricordiamo, incide sul PIL territoriale per un 12% ed eroga annualmente quasi 45milioni di euro di monte salari, ha perso più del 50% della forza lavoro

La ripresa  si è dimenticata del Comparto costruzioni

“C’è un settore in cui la ripresa non è mai arrivata, si tratta del comparto che rappresentiamo, quello edile, che ha superato l’infausto traguardo del decimo anno di crisi”.  A dirlo sono le organizzazioni di categoria di Confindustria, Confartigianato e Cna.

“A livello nazionale – si legge in nota congiunta - seicentomila sono i posti di lavoro persi, 120 mila le aziende fallite e/o  chiuse per sempre.  Anche a livello valdostano le cifre non sono incoraggianti: in dieci anni il nostro settore che,  ricordiamo, incide sul PIL territoriale per un 12% ed eroga annualmente quasi 45milioni di  euro di monte salari, ha perso più del 50% della forza lavoro”.

Le organizzazioni di categoria  sottolineano che le piccole e medie imprese hanno dovuto far i conti, “oltre che con una burocrazia sempre più  esasperante e con stanziamenti pubblici in infrastrutture ridotti all’osso, anche con la  mancata concessione da parte dell’INPS delle casse integrazioni per maltempo”.

Di più, hanno riscontrato che la valutazione delle istanze da parte dell’INPS si basa  esclusivamente sulle rilevazioni meteo, individuato quale criterio oggettivo per eccellenza,  senza però tenere conto delle relazioni tecniche del direttore dei lavori e del coordinatore  che motivano l’interruzione dell’attività lavorativa.

“Determinate lavorazioni – spiega la nota delle organizzazioni di categoria - non è possibile  attuarle senza pregiudizio per la qualità dei prodotti e dei servizi resi. Allo stesso modo non  è pensabile nemmeno, sempre per determinate lavorazioni, svolgerle a giorni alterni in  funzione della temperatura registrata. Il settore edile deve rispettare una programmazione  e un processo produttivo ben specifico”. 

In aggiunta a tutto ciò, vi è anche da considerare che stante la normativa dell’Istituto in  merito alle lavorazioni cicliche (Circ. nr. 2276 del 01-06-17), la sede valdostana ha  comunque bocciato domande in merito a lavorazioni che, stante le condizioni meteo, non  possono essere eseguite (stesura di asfalto, produzione di calcestruzzo e bitume).

“L’incertezza a cui devono far fronte le nostre aziende – precisano Confindustria Cna e Confartigianato - aumenta quindi la permanente  situazione di crisi del settore in quanto se ai licenziamenti fisiologici sommiamo quelli  eventualmente derivanti da una mancata erogazione della cassa integrazione, l’intero  settore si troverebbe a dover affrontare una vera catastrofe licenziando tutta la forza lavoro  con ricadute pesantissime dal punto di vista economico e sociale sia per l’azienda che per  l’intera Valle d’Aosta”.

red. eco.

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