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CRONACA | 03 gennaio 2019, 19:30

Principio di rivolta nel carcere di Brissogne. Sedata dopo sei ore

Principio di rivolta nel carcere di Brissogne. Sedata dopo sei ore

Dalle ore 11 di oggi 3 gennaio 2019 e fino alle ore 17 circa, un gruppo di circa 15  detenuti extracomunitari, tutti ristretti presso la Sezione detentiva A2 a regime ordinario aperto del carcere di Aosta, dopo essere stati istigati da un loro compagno sempre di origine straniera, che aveva posto in essere una protesta in quanto a suo dire non aveva ricevuto il provvedimento di espulsione, si sono barricati bloccando il cancello di ingresso alla sezione e il cancello di immissione ai passeggi mediante sacchi di plastica inseriti nelle serrature a cui veniva dato fuoco.

Gli stessi detenuti minacciavano che qualora il personale di Polizia Penitenziaria fosse intervenuto avrebbero usato lame artigianali e avrebbero fatto esplodere le bombolette del gas in uso ai fornellini in dotazione.

La sezione è stata presidiata dall'esterno da circa 50 Agenti di Polizia Penitenziaria, mentre si è svolta la trattativa da parte del Direttore giunto da altra struttura e si concludeva dopo circa sei ore con il rientro in cella dei reclusi e mediante l'intervento dei Vigili del Fuoco per lo sblocco dei cancelli.

A dare notizia è l’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Leo Beneduci.

"Si tratta del terzo episodio di particolare rilevanza occorso nelle carceri Italiane negli ultimi giorni dopo quelli relativi agli Istituti Penitenziari di Trento e di San Gimignano in cui i ristretti hanno manifestato particolare insofferenza rispetto alle condizioni detentive delle strutture penitenziarie e che in quest'ultimo caso, fortunatamente e se si esclude il danno ai cancelli e il fatto che il personale di Polizia Penitenziaria ha dovuto prestare ininterrottamente servizio per oltre dieci ore senza ottenere alcun cambio anche solo per la consumazione del pasto senza alcuna conseguenza per l'incolumità fisica di alcuno".

Anche l'episodio di Brissogne dovrebbe fare riflettere le autorità politiche del Dicastero della Giustizia e l'intero Governo rispetto alle condizioni gravemente critiche e senza ritorno del sistema penitenziario Italiano nonché rispetto ai crescenti rischi e all'assenza di qualsiasi forma di tutela del personale di Polizia Penitenziaria soprattutto in distretti penitenziari quali quello del Piemonte - Liguria e Valle d'Aosta in cui nessuna forma di attenzione e-o intervento è da tempo posta in essere dai responsabili Regionale e Centrali dell'Amministrazione Penitenziaria.

"Non a caso infatti - conclude Beneduci - il carcere di Aosta è da anni privo di Direttore e Comandante titolari della sede e a parte le dichiarazioni di principio espresse anche sugli organi di informazione da parte degli attuali vertici dell'Amministrazione Penitenziaria nulla di concreto è attuato lasciando l'Istituto penitenziario di Aosta alla completa deriva organizzativa e ben lontano dalle finalità rieducative e per il reinserimento sociale dei reclusi sancite dalla Costituzione Repubblicana".

red. cro.

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