Sono passati pochi giorni dalla vecchia ma nuova maggioranza che governa la Regione. Pochi giorni ma sufficienti per rilevare che eppur si muove. Quanto meno la vecchia nuova maggioranza, per il momento, non ha bisogno di studiare. I dossier già li conosce ed il Presidente Antonio Fosson è partito in quarta, speriamo non si fermi.
La Giunta Spelgatti stava ancora studiando con una borsa di studio che se la sognano i ricercatori di Telethon impegnati nel debellare malattie rare. E’ la dimostrazione che nessuno può improvvisarsi, ma soprattutto che è necessaria, quando ci si mette al servizio della Comunità tanta umiltà. E’ necessario anteporre gli interessi dei cittadini che hanno tutto il diritto di essere ben amministrati. Certo non si possono ancora vedere i risultati ma il dato di fatto è che i problemi, quanto meno, vengono affrontati con determinazione.
Ma i cinque mesi più tetri della recente storia della Valle d’Aosta hanno insegnato che serve buon senso. Tanto buon senso perché a nulla valgono le azioni di forza, le vendette personali, le discriminazioni politiche. Azioni di forza, vendette personali, discriminazioni politiche, fanno il male della comunità.
Papa Francesco ha detto che “La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune”. E questo dovrebbero averlo ben presente tutti i nostri politichini. Monsignor Nunzio Galantini gli ha fatto eco dicendo: “La politica, in senso proprio, è esercizio e pratica tesi all’organizzazione e amministrazione della vita pubblica per il bene comune. Essa è insomma l’arte del governo esercitata nei diversi ambiti di sviluppo della vita pubblica. Da qui derivano le determinazioni che la politica acquista: internazionale, economica, finanziaria. Platone, per primo, ha assegnato al termine politica e al suo esercizio una valenza educativa per la collettività e per i singoli, finalizzata al bene comune".
Abbiamo invece visto in Valle d’Aosta che la politica è frutto spesso di spartizioni, nella vita di un partito politico a volte asservito a interessi/idee di corto respiro. Salvo, poi, a invocare la partecipazione politica.
L’allora sindaco di Firenze, Giorgio la Pira, nel 1955, scrisse: «Fino a quando voi mi lasciate in questo posto, mi opporrò con energia massima a tutti i soprusi dei ricchi e dei potenti. Non lascerò senza difesa la parte debole della città; chiusure di fabbriche, licenziamenti e sfrattati troveranno in me una diga non facilmente abbattibile”.
Che grande lezione.
Peccato che pochi dei nostri politichini leggano qualche trattato di filosofia come fa Luca Distort. La vera politica, come diceva La Pira, difende il pane e la casa della più gran parte dei cittadini perché il lavoro, e quindi il pane, è sacro; la casa è sacra: non si tocca impunemente né l’uno né l’altra. Di più, le vendette personali e le discriminazioni politiche sono deleterie per la nostra piccola comunità. Anche perché in una piccola comunità prima o poi ci si incontra sempre.
La Valle d’Aosta è piccola piccola.