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ECONOMIA | 19 novembre 2018, 10:00

Paganin (Savt Industrie), politica incapace di progettare sviluppo Valle

Edy Paganin, da dieci anni segretario, chiede ai nuovi dirigenti di valutare anche la possibilità di un successore. “Sono particolarmente stanco ed ho pensato più volte di lasciare, dopo le difficoltà che si sono presentare’, ha confessato alla cinquantina di delegati che ha eletto il nuovo direttivo"

Paganin (Savt Industrie), politica incapace di progettare sviluppo Valle

“Nel prossimo quinquennio c'è bisogno di un maggiore impegno da parte di tutti noi, per rispondere e tutelare i lavoratori all'interno di un processo di cambiamento lavorativo continuo”. Edy Paganin, confermato dal XVII° Congresso Savt Industrie, celebrato nella a Nus, traccia la linea d’azione della categoria che rappresenta forte di circa 700 iscritti.

“La Valle d'Aosta – secondo Paganin - ha bisogno di un nuovo progetto di sviluppo sostenibile e duraturo, facendo ricorso a tutte le sue forze per promuovere un futuro migliore, più inclusivo, sociale, prospero e partecipativo”. Nella sua relazione congressuale Edy Paganin ha spiegato che in Valle operano oltre 70 aziende di dimensioni medio grande con più di quindici dipendenti, nei settori metalmeccanico, alimentare, gomma e plastica, servizi, grafici, informatici, lavanderia industriale ed il settore più importante rimane quello metalmeccanico che occupa oltre 3000 addetti.

Edy Paganin ha affrontato anche la situazione politica. “Oggi la politica e la nostra comunità – ha sottolineato - vivono il quotidiano con difficoltà. Spesso si assumono provvedimenti disorganici, di emergenza solo per rispondere a crisi immediate, siamo incapaci di avere una vera programmazione e creare un progetto sostenibile nel medio e lungo termine. Nella nostra splendida Regione abbiamo il diritto ed il dovere dell'autogoverno, ma oggi la politica centralista romana non riesce o non vuole capire che in Valle d'Aosta ci sono prerogative statutarie che vanno rispettate, anche se è necessario un sereno confronto con le regioni a noi limitrofe”.

Poi l’affondo: “In questi ultimi anni poi la politica valdostana non è riuscita a portare avanti seriamente un nuovo piano di sviluppo industriale ed a erogare le necessarie e prioritarie risorse per il rilancio dell'industria valdostana. Troppe crisi politiche nel corso dell'ultima legislatura hanno destabilizzato quella che avrebbe dovuto essere una gestione programmata ordinaria”. Paganin ha infine posto l’attenzione sull’l'unità sindacale.

“Se in decenni di rapporti tra le varie sigle sindacali abbiamo sempre cercato una convergenza, per il bene dei lavoratori e delle confederazioni  - ha osservato - oggi vediamo un importante sfilacciamento dei nostri rapporti, non solo sindacali, ma personali e nascere pesanti contrapposizioni tra di noi".

Per Paganin - che ha chiesto al nuovo direttivo di valutare anche la possibilità di un successore. “Sono particolarmente stanco ed ho pensato più volte di lasciare, dopo le difficoltà che si sono presentare”  ha confessato - ha fatto riferimento alla  frattura con le altre organizzazioni sindacali. "Credo – ha aggiunto - sarà importante cercare di abbandonare le asce di guerra e provare con serenità a ricucire i nostri rapporti”.

Concludendo l’intervento Paganin ha sottolineato che “ancora una volta il tentativo è quello di marginalizzarci, probabilmente perché diamo fastidio e siamo in alcuni contesti aziendali, più rappresentativi. Ma divisi partiamo già sconfitti”.

red. eco.

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