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EVENTI E APPUNTAMENTI | 12 ottobre 2018, 06:00

Doues: Sabato il Pan Ner sarà sfornato a Chatelair

Il 13 ottobre 50 comuni della Valle d’Aosta accenderanno i forni dei villaggi. Si potrà così gustare il pane nero di tradizione appena sfornato e vivere eventi e intrattenimenti nel segno della convivialità, della cordialità e del piacere

Doues: Sabato il Pan Ner sarà sfornato a Chatelair

Il profumo del pane è già nell’aria…

Sabato 13 ottobre i forni dei villaggi di oltre 50 comuni della Valle d’Aosta si accendono per cuocere il tradizionale pane nero in occasione della festa “Lo Pan Ner”.

Molti villaggi della Valle d’Aosta sono provvisti di almeno un forno comunitario, dove in passato le famiglie cuocevano a turno il pane di segale per il proprio consumo, di solito una volta all’anno, all’inizio dell’inverno.

Pane semplice, fatto di frumento e di segale poco lievitato, adatto all’alimentazione delle famiglie che per molti mesi dell’anno si trovavano nell’isolamento invernale.
Il tradizionale pane di farina di segale veniva a volte arricchito con castagne, cumino e frutta secca.

Consumato fresco ha una fragranza deliziosa ma un tempo veniva conservato su apposite rastrelliere in legno dette “ratelë” anche per numerosi mesi. Per spezzare questo pane occorreva un apposito strumento, una sorta di ghigliottina denominata “copapan”, in uso ancora oggi. Per consumarlo doveva essere fatto rinvenire nel brodo o nel latte caldo oppure venire immerso nell’intingolo ottenuto con lunga cottura della carne. Un alimento di lunga conservazione, trattato, come molti cibi tradizionali valdostani, perché duri nel tempo.

Alcuni forni sono stati restaurati e vengono usati tutt’oggi: una occasione di aggregazione per gli abitanti del luogo e un modo per tramandare le tradizioni locali.

La produzione del pane era generalmente limitata al periodo compreso tra Santa Barbara, agli inizi di dicembre, e la vigilia di Natale. Poche erano le famiglie che potevano produrre pane più volte nei diversi periodi dell’anno. La produzione del pane coinvolgeva le famiglie e la comunità con ruoli ben precisi per tutti. Le donne impastavano la farina e realizzavano le forme di pane che gli uomini cuocevano. I bambini aspettavano con ansia la cottura dei galletti che gli adulti preparavano per loro. Questo pane povero, scuro e duro rappresentava anche per i nostri emigrati e soldati, che lo assaporavano a piccoli pezzi, la loro casa, il loro villaggio. Oggi non pochi sono i giovani che investono in una agricoltura di ritorno, noncuranti di un progresso che ha trasformato il pane in un prodotto di diffusione commerciale; oltre ad una fonte di reddito esiste la volontà  di ridare al pane il ruolo di protagonista, di recuperare le tradizioni con le loro emozioni.

red,. cro.

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