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In Breve

| 06 ottobre 2018, 09:30

Le perplessità di Panta Rei

Le perplessità di Panta Rei

Spettabile Redazione, sono Panta Rei.

Si, Panta, opinionista (qualifica che ho indegnamente assunto per vostra benevolenza) della vostra testata da ormai qualche anno. Vi scrivo per esternare la mia difficoltà nel riprendere la collaborazione in quanto, rientrando in Valle e in redazione dopo un certo periodo di riposo in altri lidi, mi ritrovo in un mondo delirante che non riconosco e che solo un marziano potrebbe, per solo interesse scientifico, definire “abitato da personaggi sconclusionati ma interessanti”.

Come primo impatto, ho cercato di aggiornarmi sulla realtà valdostana abbuffandomi di notizie, non immaginando che ne sarebbe nata un’indigestione nauseabonda dovuta al vorticoso e dissennato susseguirsi di comunicati in continua contraddizione tra loro, tali da rendere incomprensibile lo scenario pubblico in corso.

Ho cercato conforto negli amici e conoscenti ai quali ho chiesto chiarimenti. La risposta praticamente unanime e alquanto sconcertante è stata “chi ci capisce più niente, che facciano un po’ loro”. Vero è che gli autunni valdostani riservano sempre balzane sorprese , la ripresa dell’attività politica veniva definita “teatrino” con un eufemismo ironico che ora è diventato epiteto realistico e dispregiativo, causa le pièces che ci hanno di volta in volta propinato.

Quest’anno era chiaro che la pausa estiva non ci sarebbe stata, per l’interminabile campagna elettorale dipanatasi in infiniti scontri politici su tutti i fronti; di conseguenza era altrettanto chiaro che non c’era attività politica da riavviare, in quanto la stessa non è mai partita.

In poche parole (le mie) siamo reduci da mesi di innumerevoli parole (le loro) che nulla hanno prodotto di positivo per la nostra petite Patrie, alla quale speravo di riavvicinarmi trovandola finalmente rilanciata verso la prosperità che la politica del fare voleva farci pregustare.

Macché! Caos assoluto, ribaltoni annunciati a giorni alterni e con la stessa alternanza ritrattati, maggioranze sfilacciate e minoranze confuse, amministratori sfiduciati che non vogliono lasciare la poltrona e amministratori fiduciati che invece mollano senza spiegazioni, l’autonomia usata come logorroico collante di ideologie agli antipodi (sapendo bene che qualsiasi colla, se troppo strattonata, finisce per disintegrarsi, vero?), bocche cucite e bocche scollegate con il ragionamento, il tutto promesso e il contrario di tutto mantenuto.

Quindi se la stessa Presidente, che per ruolo istituzionale e competenze dovrebbe rappresentare la concretezza più realistica e fattiva, viene a dichiarare che "si vive giorno per giorno", io che sono "panta rei" (tutto scorre, ndr) che dovrei dire, mi faccio rubare la penna e la scena? Cosa potrei opinionare alla luce di una questa realtà che lascia i valdostani basiti di fronte ad un futuro incerto in cui a scorrere sono solo le lacrime amare di una regione che va allo sfascio? Non abbandono, spettabile Redazione, ma mi si perdoni un momentaneo disorientamento.

Tutti ci sentiamo presi in giro, io non faccio eccezione. Forse dalla prossima “puntata” mi metto a parlare del tempo, a ben guardare molto più ipotizzabile della nostra politica.

Cordialmente Panta Rey

Risponde la Readzione

Cara Panta Rei tieni duro. Finalmente sei tornato. Tu sei stata più fortunata di noi che hai soggiornato lontano da questa Valle tanto bella ma violentata da incapaci, presuntuosi, da campioni nel gioco delle tre carte. Noi che abbiamo dovuto subire la violenza aspettavamo il tuo ritorno per rinfrancarci: mal comune mezzo gaudio. Ci facciamo coraggio a vicenda, ma speriamo che qualcosa cambi.

panta rei

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