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CRONACA | 02 ottobre 2018, 14:25

Polizia scopre B&B abusivi. Danneggiati albergatori ma Giunta regionale tace

Nei giorni scorsi la Divisione Polizia Amministrativa – Sociale e dell’Immigrazione, ha effettuato approfonditi accertamenti presso diverse strutture ricettive operanti in Valle d’Aosta, al fine di accertarne la regolarità per quanto concerne soprattutto l’obbligo di legge di segnalare all’autorità di Pubblica Sicurezza gli alloggiati, entro le 24 ore dal loro arrivo nell’esercizio alberghiero

foto repertorio

foto repertorio

Particolare attenzione è stata dedicata anche alla verifica delle autorizzazioni necessarie a svolgere attività di B&B e, a seguito di tali servizi, sono stati denunciati alla competente Autorità Giudiziaria due gestori di Bed&Breakfast per non aver comunicato nei tempi e nei modi previsti le generalità dei propri clienti, ovvero omettendo di inserire i dati identificativi nel portale “Alloggiati Web” in relazione al quale vi è obbligo di collegamento con la Questura.

Nei due casi per cui è stata riscontrata incontrovertibile irregolarità, è stato applicato l’art. 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, la cui violazione è riportata all'art. 17 del T.U.L.P.S., che prevede l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino ad € 206,00.

In uno dei due casi, è stata anche scoperta l’abusiva attività nel destinare una struttura ad uso ricettivo, che in realtà non possedeva alcuna autorizzazione comunale.

Si trattava di un immobile gestito da un’ impresa agricola, abusivamente destinato ad ospitare turisti. Per tale illecito di natura amministrativa, sono stati applicati gli articoli 16 e 28 della Legge della Regione Autonoma Valle d’Aosta n. 11/1996, col pagamento di una sanzione pecuniaria. 

Per entrambi i casi si è resa necessaria la segnalazione all’Agenzia delle Entrate per la riscontrata attività “in nero”.

L'operazione della Polizia ha portato, però, solo alla scoperta di un hiceberg  le cui dimensioni preoccupa le associazioni di categoria tanto che il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, ha consegnato, al Ministro del Turismo, Gian Marco Centinaio, un rapporto sulla shadow hospitality, insieme a un elenco di quasi 400mila appartamenti italiani disponibili su Airbnb ad agosto 2018.

“Abbiamo censito le strutture parallele che vendono camere in rete – ha affermato Bocca -. Dall’analisi delle inserzioni presenti sul principale portale emergono quattro grandi bugie che smascherano la favoletta del gestore che accoglie l’ospite in casa propria”. 1) Non è vero che si tratta di forme integrative di reddito: sono attività economiche a tutti gli effetti. Il 62% degli annunci è pubblicato da persone che amministrano più alloggi, con casi limite di soggetti che ne gestiscono più di 4.000. 2) Non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: più di tre quarti degli annunci si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno. 3) Non è vero che si tratta di attività occasionali: quasi due terzi degli annunci (il 64,58%) si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi l’anno. 4) Non è vero che le nuove formule tendono a svilupparsi dove c’è carenza di offerta.

“A causa di questa narrazione fraudolenta – ha sottolineato Bocca – viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività e del mercato. Si pone inoltre con tutta evidenza un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”.

Il presiedente della Federalberghi ha pertanto chiesto al Ministro Centinaio che venga istituito con urgenza il registro nazionale degli alloggi turistici e che si affermi con chiarezza, anche per le locazioni brevi, l’obbligo di rispettare le norme di tutela dei clienti, dei lavoratori, dei vicini di casa, della collettività, della concorrenza.

“Basta affitti turistici in nero e fuori controllo. Con la Regione Toscana abbiamo deciso di istituire un registro ufficiale nel quale inserire tutti gli appartamenti affittati ad uso turistico, con un codice identificativo obbligatorio da inserire nei portali web che offrono questi servizi”. Ad affermarlo Dario Nardella, sindaco di Firenze su Fb.

Per Nardella si tratta di “un primo passo concreto verso una gestione trasparente. Uno strumento per evitare il nero e per favorire chi lavora rispettando le regole. Una conquista per contrastare il vuoto normativo nazionale a cui ancora nessuno ha voluto dare una soluzione. Firenze vuole dare delle risposte, per bilanciare turismo e residenza e combattere l’evasione senza se e senza ma”.

Dall’1 gennaio 2019 in Toscana scatterà l’obbligo per i locatori di trasmettere le informazioni riguardanti gli immobili destinati a locazione turistica su tutto il territorio regionale. E in Valle d'Aosta?

 

red. eco

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