/ Chez Nous

Chez Nous | 17 settembre 2018, 10:00

Le spinte dal basso scaldano il congresso Uv

Si anima di dibattito nelle sezioni unioniste in vista del congresso convocato per il 6 e 7 ottobre a Pont-Saint-Martin. Il dibattito, al momento, è ancora nel chiuso del Movimento ma il fermento è notevole

Erik Lavevaz

Erik Lavevaz

La forza dell’Uv è sempre stata  la 'politica dal basso', dal confronto tra le sezioni e a salire, tanto che per alcuni decenni l'Union ha avuto l’onore e l’onere di governare la Regione.

La candidatura alla presidenza di Erik Lavevaz, proposta dalla Table dei Sindaci unionisti, è un tentativo di ritorno alle origini. L’Uv, infatti, nel suo piccolo sta vivendo il travaglio vissuto a livello nazionale il Pd. Il Leone a pancia piena si è assopito, ha subito una sorta di mutazione genetica passando dalla proposta alla ratifica. Lo slogan Maitre chez nous è stato nascosto sotto il tappeto come si fa con la polvere. Tutto questo ha portato alla ratifica, senza alcuna valutazione critica, di quanto portato avanti dal governo.

Un movimento sostanzialmente immobile tenuto in piedi dal decisionismo di pochi che avevano il consenso elettorale ma, soprattutto, quello degli eletti che per salvare la sedia era dei semplici Signor Sì. Questo ha causato uno scollamento e una profonda frattura tra il territorio, gli elettori e la base unionista e gli organi dirigenziali del movimento. Uno strappo che va ricucito ed in questa direzione è da interpretare la candidatura di Erik Lavevaz,  sindaco di Verrayes.

Il Leone deve tornare a far politica ascoltando il popolo, confrontandosi con gli elettori, proporre progetti, indicare soluzioni ai problemi. Soprattutto oggi che l’Uv è all’opposizione e non ha alcun potere decisionale. Deve saper condizionare le scelte politiche del Governo facendo perno sulla condivisione dei valdostani.

Se Lavevaz sarà eletto presidente dovrà per prima cosa ricostruire l’immagine e ricreare fiducia nell'Union Valdotaine. Fiducia che è venuta meno a causa dei troppi SignorSì che hanno lasciato spazio a forti personalismi che hanno supplico, però, alla carenza di capacità propositiva da parte del movimento.

Il lavoro da fare è molto e chiunque sia il candidato alla presidenza dovrà valutare se le sue attività professionali e la sua vita quotidiana sono compatibile con l’impegno di ridare slancio al movimento.

Fare il presidente dell’Uv oggi rappresenta una scelta di vita che richiede dedizione ma soprattutto una grande capacità di scelte autonome. Saranno gli elettori poi a giudicare il suo operato nel 2023.

Essere Presidente dell’Uv oggi è una passione che prende giorno e notte perché il problema è riscoprire le origini del Mouvement. Non servono rifondazioni.

pi.mi.

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore