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CRONACA | 04 agosto 2018, 09:44

Aosta, addio per sempre alla pasticceria 'Caffé Boch'

L'antico locale in piazza Chanoux riaprirà, ma sotto l'insegna della gioielleria valdostana De Marchi-Gianotti, anche questo uno storico marchio locale da alcuni anni in grande espansione

Serrande abbassate al 'Caffé Boch'

Serrande abbassate al 'Caffé Boch'

Le serrande si erano abbassate il 30 aprile ma, aveva spiegato ad Aostacronaca la famiglia Boch oltre un mese dopo, "non saranno certalmente rialzate prima del 30 giugno anche se non è assolutamente vero, come qualcuno ha falsamente scritto su alcuni social, che il nostro locale ha chiuso definitivamente i battenti".

Ma le cose, anche quando forse non lo vorremmo, cambiano e così ha chiuso per sempre il 'Caffé Boch', pasticceria-caffetteria in piazza Chanoux ad Aosta, locale storico inaugurato nel 1904, la cui gestione si tramanda da 114 anni di padre in figlio. I locali riapriranno sì, ma sotto l'insegna della gioielleria valdostana De Marchi-Gianotti, anche questo uno storico marchio locale da alcuni anni in grande espansione.

Sino ad oggi e da diversi anni era Edy Boch a reggere le sorti dell'azienda famosa per una produzione artigianale di dolci tipici (Fu Edmondo Boch a inventare le 'tegole') e internazionali, ma evidentemente i costi sempre più elevati e i 'tagli' inevitabili, uniti al passare degli anni, hanno reso molto difficile proseguire l'attività.

A metà luglio la sofferta decisione: cedere alla proposta di De Marchi, interessato ad affittare i locali per aprire un nuovo punto vendita.

Il resto sono ricordi, quelli di tante generazioni di valdostani che alla pasticceria Boch hanno affidato per decenni la sicurezza di 'chiudere' al meglio un pranzo domenicale che non potevano rinunciare al sapore unico dei marron glacés; a un cappuccino accompagnato da un cornetto 'parisien' o alle paste 'secche' con il thè alla domenica pomeriggio. E nel 'privé' al piano superiore, quante coccole di fidanzati e promesse amorose 'spinte' dalle indimenticabili meringhe alla panna o da un vassoietto di bigné e chantilly.

Senza drammatizzare, l'addio di Boch è un segno di più che un tempo è davvero finito, che l'economia commerciale di Aosta è sempre più tesa a qualcosa d'altro rispetto a una tradizione artigianale che non riesce più a fronteggiare i costi di una crisi che sembra non voler finire mai.

"Chiude, e per noi è un grande rammarico, una delle attività storiche tra le più antiche in  città e in Valle d'Aosta -  commenta Giuseppe Sagaria, presidente Ascom Aosta e vicepresidente vicario di Confcommercio VdA - se ne va un pezzo di storia dei locali pubblici aostani e valdostani e questo, al di là del fatto che il negozio non resterà in abbandono ma riaprirà con un marchio diverso, deve essere necessariamente motivo di riflessione. Il mercato ha le sue leggi, ma Aosta non può stare passivamente ad osservare veder morire le sue realtà commerciali più amate e simboliche".

p.g.

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