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Chez Nous | 26 maggio 2018, 12:00

E ’l naufragar m’è dolce in questo mare

E ’l naufragar m’è dolce in questo mare

Anche dalle esperienze più amare di devono trarre lezioni positive. E l’ossimoro di Giacomo Leopardi de “L’infinito” bene si calza all’Union Valdotaine e dalle altre forze politiche bastonate dagli elettori.

Sono passati sette giorni dal voto e il silenzio dei bastonati è insopportabile. Solo il giovane Alex Vallet, Segretario di Alpe, ha sentito la responsabilità di dimettersi. L’impressione è che anche per l’Uv il naufragar nel mare elettorale pare essere dolce.

Tanto dolce da rotolare come nulla fosse lungo la china: in dieci anni ha perso 11 consiglieri regionali (più di uno all’anno) ed il sindaco di Aosta. I vertici Uv proseguono imperterriti. Hanno nominato una Commissione politica che poco rappresenta il popolo unionista. Invece di aprirsi alla società si sono barricati nel palazzo d’avorio.

L’avere inserito due assessori uscenti, che sono i portavoce delle correnti interne, non è stata la scelta migliore. Il loro impegno sarà rivolto più al mantenimento delle due poltrone, sulle quali per 5 anni uno e dieci anni l’altra hanno poggiato le loro terga d’oro, che agli interessi della Valle d’Aosta. Nessun giovane è stato delegato a partecipare alle consultazioni. Era una buona occasione per iniziare a costruire una nuova classe dirigente.

Una nuova classe dirigente che elabori un progetto politico e socio economico per la Valle d’Aosta che rilanci la Valdostanità; che riprenda il contato con il territorio, che raccolga le aspettative, che elabori proposte, che sviluppi un programma elettorale da sottoporre agli elettori alle comunali del 2020 e delle elezioni regionali del 2023.

I nostri agricoltori sono disperati, gli imprenditori sono alla canna del gas, i giovani non trovano lavoro. Per far tutto questo l’Uv dovrebbe favorire la nascita di una coalizione autonomista e regionalista con Uvp e Pnv Stella Alpina.

Una coalizione che potrebbe sedersi al tavolo con la Lega per costruire un governo guidato da Antonio Fosson, l’unico con l’esperienza e le conoscenze romane utili a prendere per mano, assieme al Senatore, la Petite Patrie. La presidenza Fosson consentirebbe una pacificazione politica tra chi da sempre ha difeso l’autonomia. Non si deve dimenticare che la lista PnV-Stella alpina è l’unica che tra gli autonomisti regionalisti ad aver tenuto botta alla generale débâcle di Uv, Uvp e e Alpe.

Di più Fosson ha già detto: “Siamo pronti a dare il nostro contributo per la formazione del governo stabile di cui ha bisogno la Valle d'Aosta”. Non c’è stabilità se non ci sarà una forte e coesa coalizione autonomista.

Illuminante è l’opinione di Guido Cesal, pubblicata ieri da Aostacronaca che potere rileggere cliccando qui.

L’Uv per meglio dedicarsi alla sua riorganizzazione, il ritorno sul territorio, ascoltare i valdostani potrebbe far parte della maggioranza senza entrare nel Governo regionale, o entrarci con un tecnico. Così facendo anche gli eletti possono profondere tutto l’impegno nel movimento che finalmente potrebbe essere guidato da un giovane che non pensa alla presidenza unionista come trampolino di lascio verso piazza Deffeyes.

Ma l’impressione è che per il Palazzo unionista …E ’l naufragar m’è dolce in questo mare.

piero.minuzzo@gmail.com

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