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Chez Nous | 05 marzo 2018, 10:42

4 marzo 2018 tumulato il voto militante

4 marzo 2018 tumulato il voto militante

A officiare il funerale del voto militante è stato il voto di opinione. Quell’opinione che i mercati nel tempio non hanno saputo cogliere. La sconfitta del voto militante fa tornare alla mente il Vangelo di Giovanni: …Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».

Insomma, il voto di opinione che ha sconfitto il voto militante è alla ricerca di nuovi messia della democrazia, del buon governo della trasparenza. Il voto di opinione ha celebrato il funerale degli affaristi. E a farne le spese sono stati candidati come Alessia Favre e Giampaolo Marcoz espressi da due coalizioni formate da partiti e movimenti i cui esponenti sono saliti agli onori delle cronaca giudiziarie e della Corte dei Conti.

Il voto del 4 marzo 2018 ha decretato la fine dell’Autonomia dei valdostani. Complice anche l’onda lunga della propaganda mediatica nazionale e che poco spazio ha dato alla propaganda regionale. Con il voto di ieri la maggioranza dei valdostani ha evidenziato che la particolarità valdostana non esiste. Non esiste più il particolarismo valdostano perché i valdostani hanno scelto di omologarsi al resto dell’Italia. E di questo grande responsabilità hanno i movimenti autonomisti e regionalisti che stanno alla Valle d’Aosta come i partiti della sinistra stanno all’Italia. Tutti impegnati a dividersi più che a costruire.

E' sufficiente guardare quante sono le divisioni tra i movimenti regionalisti e autonomisti e tutte riconducibili a questioni personali. Non è un caso che anche il Senatore Albert Laniéce sia stato eletto con uno scarto di voti davvero marginale. E’ pur vero che le analisi si devono fare a bocce ferme, ma è altrettanto vero che la Valle d’Aosta non potrà più contare sul suo deputato. Infatti, è più che probabile che la neo deputata Elisa Tripodi si iscriverà al gruppo del M5S e quindi la nostra regione perde un voto in Parlamento, anche se Elisa Tripodi avrà sempre ben presente politiche serie per la Valle d’Aosta.

E’ comunque certo che tutte le analisi dovranno partire dalla constatazione che i giovani hanno scelto l’alternativa alle forze autonomiste e regionaliste che hanno potuto contare solo sul voto degli ‘anziani’. Anziani che sono sempre più numerosi ma non sufficienti a superare la forbice elettorale con  le nuove proposte politiche.

E’ pur vero che le votazioni politiche ed europee sono considerate ‘elezioni in libertà’. Gli elettori sono in libera uscita e votano secondo opinione, senza condizionamenti di conoscenza personale, amicizia e favori. Ma questo prova che per il 4 marzo 2018  i partiti, salvo Lega e Movimento 5 Stelle, sono stati in grado di presentare proposte appassionanti o quanto meno credibili. E di questo si devono vergognare i vecchi partiti e movimenti. Anzi si stanno vergognando visto che  tutti i big sconfitti, salvo l’unionista Pastoret, Mauro Baccega, André Laniéce e qualche altro non si sono visti nella sala stampa. Ora tutti cercheranno di spiegare che hanno vinto.

Ma tutti i notabili devono capire che i tempi sono cambiati. I valdostani hanno cacciato i mercanti dal tempio perché sono alla ricerca dei profeti della trasparenza, della sana amministrazione, della buona politica, dell’attenzione ai giovani e all’intera società. Profeti lasciano da parte gli interessi personali.

In questo giro elettorale i valdostani hanno usato una frusta di cordicelle per cacciare i mercanti dal tempio; alle regionali se non ci saranno nuovi profeti i valdostani useranno fruste di filo spinato.

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piero.minuzzo@gmail.com

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