/ Chez Nous

In Breve

Chez Nous | 17 febbraio 2018, 12:00

Banchieri compagni compari valdostani

Banchieri compagni compari valdostani

Secondo quanto scritto dal giudice Davide Paladino nelle motivazione della sentenza con la quale ha condannato a tre anni di carcere l’ex assessore regionale alle Finanze, Ego Perron; e ad un anno di reclusione  il confermato presidente della Banca di credito cooperativo Valdostana, Marco Linty, ed il confermato consigliere di amministrazione Martino Cossard, la politica non conosce barriere.

Quando si tratta di affari non si guarda il colore politico. Esponenti dell’Uv ed espressioni della Stella alpina nell’affaire Bccv erano tutt’uno. L’Unionista Perron aveva l’appoggio dello stelluto Martino Cossard; Marco Linty pur di mantenere il posto accondiscendeva alle richieste di Perron che voleva affittare alla Bcc dei locali di sua proprietà in quel di Fenis: canone 28.000 euro all’anno più la ristrutturazione dell’immobile che avrebbe richiesto una spesa di 290mila euro, contro i 220mila euro preventivati per  la ristrutturazione della sede della Bcc Valdostana di Fenis.

Banchieri compagni e compari valdostani, stando a quanto scritto dal Giudice Paladino, hanno scritto una nuova pessima pagina del malaffare e della malapolitica che getta discreto sulla Valle d’Aosta.

Se poi, come scrive sempre il giudice, Perron avrebbe proposto all’allora Direttore galantuomo della BccValdostana, Maurizio Barnabé, di andare a ricoprire il ruolo di capo del personale al Casio de la Vallée è tutto detto. E’ anche per questo che Barnabé appena ha potuto se nè andato lasciando un ambiente inquinato.

Infatti il giudice sottolinea “la sussistenza di un forte legame di compenetrazione di tipo clientelare fra il mondo politico locale e la banca a struttura cooperativistica a maggiore diffusione regionale”.

Da garantisti si devono attendere altri due gradi di giudizio. Ma l’etica e la morale avrebbero voluto che Marco Linty e Martino Cossard lasciassero i rispettivi incarichi e che Ego Perron non culli ancora l’idea di candidarsi alle regionali; ma potrà sempre intervenire il suo Movimento che pare essere allo sbando così come tutta la politica valdostana che non riesce a trovare guide carismatiche che la traghettino fuori dal Palazzo verso un nuovo modello più vicino alla società civile. Mai come da qualche mese a questa parte troppe istituzioni paiono legate a doppio filo con gli affari privati.

Marco Linty e Martino Cossard dopo la sentenza furono doverosamente, come prevede la legge, sospesi dal CdA dagli incarichi, ma poi un’assemblea, che non aveva modo di conoscere le motivazioni delle condanne, li riabilitò come permettono le norme bancarie. E loro, Linty e Cossard, ritornarono al loro posto come nulla fudesse.

Ora che si conoscono le motivazioni della sentenza Marco Linty e Martino Cossard dovrebbero dimettersi. Erano pronti a danneggiare i soci della banca cooperativa pur di compiacere ad un politico. Ma peggio ancora stanno pensando di riproporre la loro candidatura all’Assemblea di aprile che dovrà rinnovare gli organi statutari della banca.

Il politico dovrebbe annunciare il suo ritiro della politica fino a che tutte le questioni penali che lo riguardano saranno chiarite definitivamente. E così dovrebbero fare Marco Linty e Martino Cossard.

L’etica bancaria e la morale politica sono state messe alla berlina; a farne le spese sarebbero stati i soci della BccV e ci avrebbe guadagnato solamente un politico.

piero.minuzzo@gmail.com

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore