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Zona Franca | 28 novembre 2017, 15:31

L'OPINIONE DI GIOVANNI ALOISI: Sano garantismo per contrastare populisti e opportunisti

L'OPINIONE DI GIOVANNI ALOISI: Sano garantismo per contrastare populisti e opportunisti

Stiamo assistendo, in questi ultimi tempi, ad uno spettacolo desolante che investe tutte le forze politiche e la comunità che dovrebbero fare una seria riflessione sui reali pericoli che possono investire la Valle d’Aosta. Stiamo assistendo, impotenti, a una situazione dove emerge un populismo contaminante che nulla di buono lascia presagire per il futuro.

Che ci siano sul tappeto fatti di potenziale corruzione è innegabile. Che la Valle d’Aosta possa essere stata carente nella gestione della cosa pubblica è verosimilmente realistico, ma non si deve dimenticare che i controlli sono quasi inesistenti (abolizione della Commissione di Coordinamento, della Commissione Regionale di Controllo senza dimenticare l’Istituzione dell’Albo dei Segretari Comunali che potenzialmente potrebbe influire sulla terzietà e sull’imparzialità della stessa figura e che, comunque, la legge istitutiva andrebbe modificata).

In questo contesto ipotizzare che tutto quanto realizzato nella nostra regione sia la destinazione finale di un disegno criminoso, o peggio farlo apparire come tale, non può essere accettato poiché significherebbe che ci troviamo di fronte ad una crisi sistemica e questo significherebbe, per la Valle d’Aosta, l’inizio della fine.

Credo che ci sia nel quotidiano una termine del quale tutti indistintamente ne facciamo uso ed abuso: Garantismo.

Con questo termine l’art. 27 della Costituzione, comma 2, stabilisce: l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Il cardine di una società civile, moderna ed evoluta non può prescindere dal rispetto di questa asserzione per chi si trova nella posizione d’imputato. Tralasciando le chiacchere da bar a chi le fa ed ahimè sono in tanti, e la classe politica deve smettere di delegittimarsi, quotidianamente e reciprocamente, poiché la situazione politica richiede maggiore considerazione l’uno dell’altro, a prescindere dalla collocazione di forze di governo o di opposizione.

In questo contesto i fatti che sono oggetto di indagini giudiziarie non hanno risparmiato neanche le Istituzioni più rappresentative presenti nella nostra regione e per tutti vale, comunque, il dettato del citato art. 27.

Il Garantismo, inteso nel senso più nobile del termine, spesso cozza con l’opportunismo e gli esempi non mancano nella nostra realtà. Intanto non è un prodotto culturale che si compra al mercato, ma è il fondamento su cui si basa lo stato di diritto a tutela dei cittadini da parte di chi esercita il potere.

L’opportunismo al contrario si manifesta quando il garantismo lo si invoca per se stessi e lo si nega per gli altri. Nello specifico della nostra regione, in una concezione manichea della politica, abbiamo spesso assistito, da parte di componenti del Consiglio Regionale, assumere posizioni durissime nei confronti di soggetti indagati senza attendere almeno un grado di giudizio.

Tutto, invece, è legittimo quando gli stessi vanno a ricoprire posizioni di responsabilità istituzionale anche in presenza di sentenza di condanna in Corte d’Appello e quindi in questi casi, prevale l’opportunismo sulla coerenza, smentendo tutto quanto da sempre sostenuto. Il buon senso avrebbe dovuto suggerire di aspettare il pronunciamento dell’ultimo grado di giudizio, il pronunciamento della Corte di Cassazione, prima di ricoprire incarichi di natura amministrativa o istituzionale.

L’altra faccia più subdola dell’opportunismo è quella di rifarsi la verginità politica addossando tutte le colpe, quando si verificano episodi degni di attenzione dell’Autorità giudiziaria, alla massima espressione del Governo regionale, dimenticandosi spesso di aver fatto parte dell’esecutivo senza mai aver manifestato dissenso e contrarietà in presenza di atti di dubbia legittimità.

Il ritorno alla politica del rispetto è una cosa facile da dire e difficile da attuare ma è un percorso necessario e quello che più conta è gettare le basi per costruire un progetto che consenta di far convergere quelle risorse umane, politiche ed economiche in grado di rilanciare la Valle d’Aosta, facendo tesoro degli errori del passato.

Giovanni Aloisi - segreteria Psi

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