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CRONACA | 19 novembre 2017, 20:14

Premio Panathlon International 2017 a Hervé Barmasse

Premio Panathlon International 2017 a Hervé Barmasse

"Interprete di un Alpinismo che non chiede di essere compreso, ma  ha bisogno di essere vissuto”. Con questa motivazione  è stato assegnato ad Hervé Barmasse il Premio  Panathlon International 2017. La cerimonia si è svolta mercoledì sera,  all'Hotel Monte Emilius di Charvensod, alla presenza di una vasta  platea di  soci del Panathlon Club du Val d'Aoste e dello Zonta della  Valle d'Aosta, guidato dalla Presidente Patrizia Carradore.

Testimonial di Expo 2015, alpinista, scrittore, fotografo e regista, nato e cresciuto in una famiglia di guide alpine del  Cervino, Hervè Barmasse si è aggiudicato questo prestigioso  riconoscimento per la sua straordinaria attività di promozione dei  valori che accomunano montagna e panathlon: Etica e Valori Morali, regole della nostra quotidianità, regole che la guida alpina valdostana  ha sempre scandito nel suo "andar per monti".

Così come coloro che lo  hanno preceduto in questi anni: Giuliana Chenal Minuzzo, Sergio  Pellissier e Federico Pellegrino, il vincitore del Premio Panathlon è  anche Chevalier de l'Autonomie, esaltando così  la continuità di quel  ruolo di Ambasciatore di cui la Valle d'Aosta ha potuto fruire nel  tempo. Una pregevole opera in legno, realizzata dallo scultore di  Aymavilles, Ivo Chapel, è stata consegnata dal Presidente del Club du  Val d'Aoste, Carlo Gobbo: "Non è stata una scelta difficile, anzi!  Hervé Barmasse in tutti questi anni ( compirà 40 anni nel prossimo mese  di dicembre )  ha saputo dare un tono  di assoluta qualità al suo  alpinismo di ricerca, affascinato da quelle esplorazioni che sono  possibili ovunque ci siano montagne. Hervé Barmasse è tra i pochi  alpinisti al mondo capaci di trovare l'avventura dappertutto, facendo  cultura dell'alpinismo."

"Sono sempre alla ricerca dei miei confini e nei miei frequenti  contatti con il pubblico, che avvengono solitamente in questi mesi  autunnali, cerco sempre di far riflettere sulle emozioni e le ricchezze  che nascono dai rapporti umani. Quello stare insieme che alimenta i  sentimenti e che, specialmente per una guida alpina, aiuta quando  devi  fare scelte  importanti, spesso preziose per la tua stessa  incolumità fisica". Barmasse ha parlato a lungo delle sue esperienze con papà Marco, con il quale sul "loro" Cervino ha compiuto  ascensioni prestigiose e difficili: "Non dimenticherò mai ciò che  abbiamo vissuto assieme  nel marzo del 2010 quando abbiamo aperto sulla  parete sud  una via nuova, il Couloir Barmasse. Solo oggi,  che anch'io sono diventato padre da pochi mesi di una bimba bellissima, mi  rendo conto di quanta sofferenza mio padre abbia provato ad un certo  punto della salita. Continuare o arrendersi".

Tante immagini spettacolari hanno accompagnato la sua narrazione  lasciando in tutti la consapevolezza di quanto la montagna non sia il  teatro di gesta eroiche, bensì un luogo dove poter vivere grandi  emozioni attraverso il confronto onesto con la natura, sapendo anche  quanto sia importante la  "rinuncia alla vetta" proprio per quel  coraggio che le decisioni intrecciano con la fragilità e la paura.  

red. cro.

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