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CRONACA | 28 settembre 2017, 12:42

I supermercati valdostani sono i più cari d'italia

Per la consueta indagine di Altroconsumo monitorati oltre un milione di prezzi in 1.017 punti vendita. La classifica della convenienza per la spesa alimentare e prodotti per l’igiene.

foto altroconsumo

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Ad Aosta, la spesa minima in città è di 6.500 euro e le possibilità di risparmio sono ridotte a 365 euro. Qui qualunque supermercato si scelga, la spesa resta carissima; la più alta d'Italia con 6.487 euro contro i 5.378 euro di Vicenza che è la città meno cara.I più salassati sono i messinesi con 6.510 euro. A dirlo e l'indagine di Altroconsumo

I consumi delle famiglie in Italia nel 2016 sono aumentati dell’1% rispetto al 2015, ma nell’ultimo anno sono diminuiti quelli al supermercato, anche se di poco (-0,55%), considerando un’inflazione del 1,2% in generale e 0,8% sui soli prodotti alimentari. In uno scenario di quasi stagnazione, la spesa media degli italiani per alimentari, igiene personale e per la casa in un anno, per una famiglia media, secondo i dati Istat si attesta sui 6.300 euro, con il 20% dell’intero budget familiare ritagliato su questa voce.

Grazie alla tensione concorrenziale tra insegne e punti vendita sul territorio sono possibili risparmi che su un singolo prodotto possono toccare punte del 160% e sul paniere di spesa con prodotti di marca al supermercato arrivare a ben 2.817 euro per una famiglia di quattro persone che ne spende 8.300 all’anno.

L’annuale inchiesta di Altroconsumo su super, iper e hard discount in 67 città italiane mostra la mappa della convenienza e del risparmio, stabilendo dove sia più conveniente realizzare gli acquisti di alimentari, freschi e confezionati e di prodotti per l’igiene personale e per la casa*.

Visitati 1.017 tra super, iper e hd, rilevando più di un milione di prezzi alla scoperta del punto vendita più conveniente nelle 20 regioni d'Italia.

Per comporre le classifiche, sia sulle insegne più convenienti a seconda del tipo di spesa – consultabili su www.altroconsumo.it/supermercati, sia quella sulle città qui a seguire, sono stati raccolti 1.186.000 prezzi. I prodotti appartengono a 115 categorie merceologiche diverse.

L’area del nord-est, con il Veneto in testa, si conferma la più interessante per poter approfittare della guerra dei prezzi tra insegne e punti vendita. Insieme a Pordenone, si compra bene a Treviso e Vicenza dove si spende in media 5.900 euro, al di sotto della media nazionale. Se pensare di recarsi a Fiume Veneto dal resto della penisola per fare la spesa è poco realistico, ipotizzare invece di cambiare punto vendita all'interno della stessa città si può e si deve fare. A Cuneo se si va nel super più conveniente anziché in quello più caro si possono risparmiare 1.284 euro in un anno; a Torino 1.246 euro; a Roma 1.200; mille euro a Milano.

Più punti vendita, forbice dei prezzi che si amplia. Situazione opposta a Reggio Calabria, dove non solo il risparmio massimo è di poco superiore a 200 euro, ma dove nel punto vendita più economico si spendono quasi 6.400 euro in un anno di più rispetto alla media nazionale. Non solo al Sud: ad Aosta, la spesa minima in città è di 6.500 euro e le possibilità di risparmio sono ridotte a 365 euro. Qui qualunque supermercato si scelga, la spesa resta carissima. Scarsa concorrenza significa sempre poca scelta e prezzi allineati.

Su Altroconsumo.it/supermercati è possibile consultare l’inchiesta in integrale, le tabelle della propria città e calcolare il punto vendita più conveniente secondo le proprie abitudini di spesa.

I dati nella classifica della convenienza qui riportata sono ordinati in base alla spesa minima in città. Il paniere scelto è basato sui prodotti leader di mercato e quindi il più comune tra le famiglie italiane, per poter così confrontare i livelli di spesa tra le città campione dell’inchiesta.

L’indagine ha rilevato quanto costi in un anno fare la spesa presso il punto vendita risultato più conveniente in città. Il riferimento è la spesa media di una famiglia italiana secondo l’indagine sui consumi delle famiglie dell’Istat.

red. eco.

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