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FEDE E RELIGIONI | 23 maggio 2017, 09:30

PAPA: Scelti da quattro continenti

PAPA: Scelti da quattro continenti

Il maliano Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako; lo spagnolo Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona; lo svedese Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma; il laotiano Luis Marie-Ling Mangkhanekhoun, vicario apostolico di Paksé; il salvadoregno Gregorio Rosa Chávez, ausiliare di San Salvador. Sono i cinque nuovi cardinali che il Papa creerà nel concistoro del prossimo 28 giugno.

Lo ha annunciato egli stesso al termine del Regina caeli di domenica 21 maggio, rendendo anche noto che il giorno seguente, giovedì 29 giugno, solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, concelebrerà «la santa messa con i nuovi cardinali, con il collegio cardinalizio, con i nuovi vescovi, i metropoliti, i vescovi ed alcuni presbiteri». Affidando i nuovi porporati ai due patroni di Roma, Francesco ha invitato i fedeli presenti in piazza San Pietro a pregare affinché con l’intercessione del primo «siano autentici servitori della comunione ecclesiale» e con quella del secondo «siano annunciatori gioiosi del Vangelo nel mondo intero e, con la loro testimonianza ed il loro consiglio, mi sostengano più intensamente nel mio servizio di vescovo di Roma, pastore universale della Chiesa».

Del resto, ha sottolineato il Pontefice, «la loro provenienza da diverse parti del mondo manifesta la cattolicità della Chiesa diffusa su tutta la terra», mentre «l’assegnazione di un titolo o di una diaconia nell’urbe esprime l’appartenenza dei cardinali alla diocesi di Roma che, secondo la nota espressione di sant’Ignazio» di Antiochia, «presiede alla carità di tutte le Chiese». Come di consueto la preghiera mariana domenicale ha offerto al Papa anche l’opportunità per ricordare donne e uomini che vivono situazioni di particolare difficoltà. Come gli abitanti della Repubblica Centrafricana, da dove «giungono purtroppo notizie dolorose. Scontri armati hanno provocato numerose vittime e sfollati, e minacciano il processo di pace».

Dicendosi «vicino alla popolazione e ai vescovi e tutti coloro che si prodigano per il bene della gente e per la pacifica convivenza», il Papa ha assicurato di pregare «per i defunti e i feriti», rinnovando il proprio appello affinché «tacciano le armi e prevalga la buona volontà di dialogare per dare al Paese pace e sviluppo». Quindi Francesco ha fatto riferimento alla ricorrenza della beata Vergine Maria “aiuto dei cristiani”, venerata nel santuario di Sheshan a Shanghai. «Il prossimo 24 maggio — ha spiegato — ci uniremo tutti spiritualmente ai fedeli cattolici in Cina», ai quali ha rivolto un invito: «alziamo lo sguardo a Maria nostra madre, perché ci aiuti a discernere la volontà di Dio circa il cammino concreto della Chiesa in Cina e ci sostenga nell’accogliere con generosità il suo progetto d’amore. Maria ci incoraggia a offrire il nostro personale contributo per la comunione tra i credenti e per l’armonia dell’intera società. Non dimentichiamo di testimoniare la fede con la preghiera e con l’amore, mantenendoci aperti all’incontro e al dialogo, sempre».

Infine il Pontefice ha salutato i vari gruppi presenti, in particolare i «ragazzi cresimati e cresimandi della diocesi di Genova: con l’aiuto di Dio verrò a visitare la vostra città sabato prossimo», ha ricordato. In precedenza, prima della recita della preghiera mariana, commentando come di consueto il vangelo domenicale, Francesco si era soffermato sulla figura della terza persona della Trinità, lo Spirito Santo. E il Paraclito, l’“avvocato”, è stato al centro anche delle omelie delle messe celebrate nel pomeriggio nella parrocchia romana di San Pier Damiani ai Monti di San Paolo, e l’indomani mattina nella cappella di Casa Santa Marta. Poco dopo, nella Sala del Concistoro, il Pontefice ha ricevuto in udienza le religiose partecipanti al capitolo generale delle Pie discepole del divin Maestro, alle quali ha rivolto l’invito a vivere «la profezia della gioia» e «della speranza».

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