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ATTUALITÀ POLITICA | 17 maggio 2017, 17:46

Laniece ‘Migliorare strumenti difesa Autonomie Speciali’

Laniece ‘Migliorare strumenti difesa Autonomie Speciali’

La Commissione parlamentare per le questioni regionali ha concluso l'indagine conoscitiva sulle "Forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali e sull'attuazione degli statuti speciali".

Si tratta di una riflessione - afferma il Sen. Lanièce, Vice presidente della Commissione - sullo stato del regionalismo e, più in generale, sull’assetto degli enti territoriali del nostro Paese, dopo l’esito non confermativo del referendum costituzionale del dicembre 2016. La strada indicata dalla riforma costituzionale con il superamento del bicameralismo paritario e la configurazione del Senato quale Camera delle autonomie e con la revisione del titolo V, non risulta allo stato attuale più percorribile. Restano peraltro sul tappeto i problemi a cui il nuovo assetto istituzionale intendeva dare una risposta, in primis l’individuazione di forme di raccordo tra Stato ed autonomie territoriali che consentano un più rapido ed efficace raggiungimento di posizioni condivise, una semplificazione del quadro dei relativi rapporti ed il superamento del contenzioso istituzionale.

La Commissione - prosegue Lanièce -  ha a tal fine svolto una breve indagine conoscitiva in cui tutti i soggetti auditi hanno convenuto sulla necessità di riconoscere una sede parlamentare di dibattito e confronto sulle questioni relative agli enti territoriali, come previsto dall’articolo 11 della legge costituzionale n. 3 del 2001, che contempla l’integrazione nei lavori della Commissione parlamentare per le questioni regionali di rappresentanti delle autonomie territoriali. Manca infatti una sede istituzionale pubblica e trasparente dove le istanze provenienti dai territori possano confrontarsi con lo Stato centrale al fine di elaborare soluzioni comuni che consentano di disporre di un quadro certo e stabile di regole per gli enti territoriali. Un altro tema affrontato dalla relazione all’Assemblea riguarda le Regioni ad autonomia speciale.

Il lavoro della Commissione si è articolato su due versanti: la revisione degli Statuti speciali e l’attuazione delle norme di questi Statuti statutarie. Si tratta di due facce della stessa medaglia: per un verso, infatti l’esito non confermativo del referendum costituzionale del dicembre 2016 non ha fatto venir meno l’esigenza di una organica revisione degli Statuti speciali, per altro verso appare ineludibile una regolamentazione del procedimento di attuazione al fine di eliminare le evidenti distonie che hanno fin qui caratterizzato i procedimenti nelle diverse Regioni speciali. L'

indagine conoscitiva ha inoltre evidenziato numerose criticità nel funzionamento delle Commissioni paritetiche, chiamate ad elaborare gli schemi di decreti legislativi di attuazione delle norme statutarie, indicando alcune proposte concrete per rendere questo passaggio legislativo più efficace e più vantaggioso per le autonomie speciali.

Oltretutto il mancato inserimento, in Costituzione, del principio della previa intesa Regioni Speciali-Stato, complica e rende molto difficile questo processo di revisione statutaria. Questa indagine quindi, - conclude il senatore valdostano -  oltre a dare un qualificato contributo al miglioramento del rapporto tra lo Stato centrale e gli enti territoriali, contiene proposte concrete che hanno l'obiettivo di rendere più efficaci gli strumenti per difendere meglio e rendere più moderna la nostra Autonomia e il nostro Statuto speciale".

red. pol.

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