Il problema del casinò, senza essere blasfemi, per i nostri politichini è uno e trino.
Uno perché come il vaso di pandora ha dentro di tutto e di più. Trino perché i politichini della politichetta valdostana non sanno che pesci pigliare. O meglio lo saprebbero ma in parte non posso ed in parte hanno paura. Parentesi: La commissione La Torre ha convocato l’universo mondo di esperti di casinò ma si è dimenticata di convocare chi del casinò è stato l’unico gestore privato e che ha fatto produrre utili. Chiusa parentesi.
Il trilemma che arrovella i neuroni, pochi, dei soloni della politichetta valdostana si può così riassumere: se sono contro il finanziamento al casinò perdo i voti dei lavoratori; se approvo il bilancio temo che la Corte dei Conti mi venga a chiedere i danni; se il casinò continua a lavorare il merito è di Rollandin e dei suoi assessori che hanno sempre votato a favore di finanziamenti, piani di sviluppo e opere di ristrutturazione e questo non va bene perché lo vogliamo mandare a casa.
Un trilemma che pare senza soluzione anche se la soluzione potrebbe passare attraverso un bagno di umiltà rivedendo le proprie posizioni. Come nelle gare a circuito per il casinò valdostano è suonata la campanella dell’ultimo giro.
O si fa la volata per vincere o si perde la corsa. Andare alla ricerca di responsabilità o scaricarle ad altri non è più tempo. Ma è proprio la voglia di ricerca di responsabilità che fa perdere di vista il vero e unico problema del casinò: nessuno sa come e cosa fare. Gli stessi consiglieri ribaltonisti che avevano indicato in Ego Perron l’assessore in grado di risolvere i problema della casa da gioco e hanno individuato in Gianfranco Scordato l’uomo dei miracoli. Passato un anno ai ribaltonisti non va più bene Perron e non andava più bene Scordato che se n’è andato.
Perron ha perso la fiducia dei ribaltonisti quando il pentastellato grillino Roberto Cognetta, nel corso di un dibattito in Consiglio Valle, ha sollecitato il presidente Rollandin a riprendersi la delega del casinò. Perron ha rimesso la delega casinò e Rollandin se l’è presa.
Ora i ribaltonisti, ad ogni alito di vento, chiedono le dimissioni del Presidente della Regione ritenendolo il responsabile della crisi del casinò.
Nella riunione di venerdì scorso il colpo di scena: la Giunta ha approvato all’unanimità, nessuno ha avuto impellenti esigenze fisiologiche, una delibera che affida a Finaosta l’incarico di formulare un parere pro veritate sulla legittimità di nuovi stanziamenti a favore del casinò. È la strada concordata con Uvp per poter dare un po’ di ossigeno alle casse dell’azienda.
Il parere pro veritate l’aveva già proposto da tempo il Presidente della Regione, ma allora la voglia di ribaltone era troppo ed allora è stato respinto dai ribaltonisti.
Dietro al sì al parere pro veritate ci potrebbe essere l’intesa per la nomina, a breve, del nuovo direttore generale e forse di un nuovo management che gestirà le nuove risorse, revocherà la procedura di licenziamento degli oltre 260 dipendenti e elaborerà un nuovo piano industriale.
Ma mercoledì prossimo il Consiglio Valle discuterà ancora sulla richiesta a Perron di dimettersi. E’ la prima di tante richieste di dimissioni che i ribaltonisti presenteranno per tutti assessori per cercare di far cadere Rollandin.
Non è una caso che il penta stellato grillino Cognetta abbia annunciato in aula: “vi faremo a pezzi uno a uno”. Tutto questo perché i ribaltonisti sono dubbiosi sui loro numeri per presentare una mozione di sfiducia costruttiva che deve contenere il nome del presidente, la squadra e il programma di governo .
E intano il tempo passa il casinò sprofonda e i dipendenti rischiano il posto.
In attesa del parere pro veritate la soluzione del trilemma casinò è lontana.