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FEDE E RELIGIONI | 16 gennaio 2017, 09:30

Quando si ignora la miseria

Quando si ignora la miseria

«Coloro che causano o permettono lo scarto degli altri» diventano essi stessi «macchine senza anima, accettando implicitamente il principio che anche loro, prima o poi, verranno scartati». È da questo effetto “boomerang” che Papa Francesco ha voluto mettere in guardia la società contemporanea, parlando sabato mattina, 14 gennaio, a una delegazione della Global Foundation.

Nel suo discorso il Pontefice ha denunciato come «inaccettabile, perché disumano, un sistema economico che scarta uomini, donne e bambini, per il fatto che questi sembrano non essere più utili secondo i criteri di redditività delle aziende o di altre organizzazioni».

Del resto, ha aggiunto, «proprio questo scarto delle persone costituisce il regresso e la disumanizzazione» di ogni sistema politico ed economico che mette «al centro il dio denaro». Da qui l’invito a usare «intelligenza» e «risorse» per «risanare i mali prodotti da una globalizzazione irresponsabile».

Riuniti a Roma per una tavola rotonda volta «a individuare le vie giuste, capaci di condurre ad una globalizzazione “cooperativa” cioè positiva, opposta alla globalizzazione dell’indifferenza», i membri della fondazione — ha spiegato il Papa — sono chiamati a dare il loro contributo affinché «istituzioni, aziende e rappresentanti della società civile» possano «raggiungere effettivamente gli obiettivi e obblighi internazionali solennemente dichiarati e assunti, come quelli dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile».

Già Giovanni Paolo ii nel 1991 — ha ricordato Francesco — «di fronte al crollo di sistemi politici oppressivi e alla progressiva integrazione dei mercati, avvertiva il rischio che si diffondesse ovunque l’ideologia capitalistica». E purtroppo, ha constatato il Papa, «i rischi paventati si sono ampiamente verificati».

Eppure nello stesso tempo, ha rimarcato, si sono anche «sviluppati e attuati tanti sforzi di individui e di istituzioni» nella direzione inversa. Lo testimonia l’esempio di Teresa di Calcutta, che «rappresenta e riassume tali sforzi».

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