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In Breve

| 05 dicembre 2016, 15:40

Referendum: Rifondazione comunista; La Costituzione si attua, non si stravolge

Referendum: Rifondazione comunista; La Costituzione si attua, non si stravolge

E' questo il messaggio forte e chiaro che il popolo italiano, esercitando quel principio di sovranità frutto della lotta di Liberazione dal nazifascismo e scolpito nel secondo comma dell' art. 1 della Costituzione Repubblicana ha indirizzato a tutti coloro che in questi anni hanno cercato di piegare la Carta Costituzionale alle esigenze dei poteri dominanti.

Una risposta ai poteri nazionali e, soprattutto, internazionali, che con coro unanime hano sostenuto lo stravolgimento della nostra legge fondamentale. Un referendum di valore paragonabile a quello del 1946 in cui si trattò di scegliere la forma istituzionale del Paese. Qui si trattava di decidere se dovevamo continuare ad essere una democrazia rappresentativa o meno. Un vero e proprio trentativo di "decostituzionalizzazione", per citare Stefano Rodotà, cui hanno dato sostegno i vari Obama, Juncker, Merkel, Schauble, Katainen, Olli Rhen e compagnia europea sostenuti dai valorosi Prodi, Fornero, Marchionne, Briatore senza dimenticarci (noblesse oblige) di Confindustria Il "NO" ha fermato una deriva di modifiche costituzionali che, a partire dalle leggi elettorali maggioritarie per finire con quel mostro che è l' introduzione in Costituzionedel pareggio di bilancio,  hanno cercato di mettere una camicia di forza alla sovranità popolare, alla ricerca di una "governabilità" funzionale alle politiche di austerità.

Per dirla con l' ANPI: Ora finalmente si potrà pensare ad attuare la Costituzione nei suoi principi e nei suoi valori fondamentali, per eliminare le disuguaglianze sociali, privilegiare lavoro e dignità della persona, per riportare la serietà, l'onestà e la correttezza nella politica e nel privato. (dal C.S. di Carlo Smuraglia, presidente dell' ANPI)   Occorre ridare forza al principio della rappresentanza. Dalla dichiarazione di incostituzionalità del famigerato Porcellum, scaturiva non a caso, un sistema elettorale proporzionale. Sistema iscritto nello spirito della Costituzione. A questo occorre tornare.

Da ultimo: il risultato della Valle d' Aosta suona come una sonora sconfitta di quelle forze "autonomiste" che hanno creduto, stringendo un patto con Renzi, di salire sul carro del vincitore, dando credito alla favola della "clausola di salvaguardia".

Per garantire questo patto, hanno imbarcato nel governo regionale un PD che, dopo aver per anni sbraitato all' opposizione, non vedeva l' ora di ritornare al governo. Un disegno sonoramente battuto come in passato quello del predellino berlusconiano. Ma quando impareranno?

prc vda

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